Il Tazebao – Sembrano a tutt’oggi confermarsi le analisi, le ipotesi e le previsioni dei cari vecchi Karl Marx e Vladimir Ilič Lenin, secondo cui il capitalismo, nella sua fase imperialista, tende sempre più al monopolio, con buona pace, continuiamo ad aggiungere noi, del “libero mercato” e della “libera concorrenza”. È quanto sta avvenendo in questi giorni con la questione dell’Unicredit, che tiene banco nell’ambito di uno scontro ai vertici del governo per l’opposizione della Lega, e nella fattispecie di Salvini e Giorgetti, all’acquisizione delle quote di Banco Bpm da parte, appunto, di Unicredit, frappostasi sulla via delle trattative col Monte dei Paschi di Siena. Accusando le tendenze monopolistiche (Salvini) e invocando la golden power (Giorgetti), l’accusa è quella di non aver concordato tale operazione col governo. Come ha fatto poi notare l’attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Unicredit è una banca che «ormai di italiano ha poco e niente» e inizialmente voleva «crescere in Germania», salvo poi invocare la vigilanza di Bankitalia che fa capo alla BCE. Il CEO di Unicredit, Andrea Orcel, è infatti la mente dietro l’accordo del 2007 tra il Monte dei Paschi di Siena e il Banco Santander per l’acquisizione di Banca Antonveneta, e i suoi legami con la Commerzbank tedesca hanno suscitato più di un timore relativamente a quella che potrebbe configurarsi come un’ulteriore perdita di sovranità finanziaria e monetaria per l’Italia. (JC)
“Vuoi tu varcare la soglia di Parvus?” Da un’intervista privata…
Lo contattiamo in quello che lui dice “un momentaccio”. Passa un attimo in cui sentiamo un frusciare di fogli e