Così pomposamente enunciamo una verità di per sé stessa evidente: “L’Italia è una colonia fondata sui vaccini per virus mai isolati”. E non finisce qui
Il Tazebao – È una di quelle persone che ti prende a pallonate di idee. Per stimolarti a riflettere. “E lo sai che nell’acqua c’è il fluoro?”. “Ma ti sei mai chiesto perché i veri padroni hanno i loro allevamenti di carne?”. Stai ancora digerendo l’informazione precedente e lui già ne ha un’altra pronta. Luciano Macrì (tra i firmatari del Manifesto) ha la passione per la giustizia e ha sempre agito per il bene dei cittadini. Studia, si documenta, originale per non dire sui generis. Poi ti sferza: “Meglio non parlare di Regione Toscana”. A questo giro ha scritto anche un libro o, meglio, un manuale per “complottologi” e una raccolta di aforismi. Fresco come sono dalla lettura degli escolios di Dávila – leggo a pagina 36 dell’edizione Adelphi che l’uomo moderno «non si sente mai così individuo come quando fa le stesse cose che fanno tutti» – cominciamo a riflettere, nella quiete di San Casciano, lontani i rumors su Orcel e il ronzio della citta vetrina. Nota bene: negli anni ne abbiamo fatte di conversazioni, questa l’abbiamo scritta.
Lorenzo: “… Fatto sta che la politica non esiste più”.
Luciano: “Lo abbiamo constatato con Lega e M5S. Che prendi: caffè, acqua, birra?”.
Lorenzo: “Acqua; dal caffè sono in fase di ripulitura”.
Luciano: “Fai bene… Poi a Roma ti diverti sicuramente. Me la ricordo negli anni ’80. Da noi è tutto più chiuso”.
Lorenzo: “Il PD ha avuto un successo fuori delle aspettative, infatti ha stravinto Funaro”.
Luciano: “Quelli più svegli non votano. E quindi chi ci va a votare?”
Lorenzo: “Chi ha degli interessi di bottega! Insomma, lei è complottista?”
Luciano: “Complottologo! Svelo complotti. Come diceva il grande Giulietto Chiesa, siamo svelatori di complotti. È anche vero che ci sono delle trappole. Le guerre si fanno sulla disinformazione. Oggi più che mai”.
Lorenzo: “Per questo hai auto-prodotto il libro?”
Luciano: “In realtà avevo un editore, ma poi le cose sono andate per le lunghe. Così ho fatto da solo. È anche in edizione digitale”.
Lorenzo: “A Firenze c’è – c’era – una tradizione di editoria dal basso, uso quest’espressione urticante, che di solito prelude…”
Luciano: “Ho esperienza editoriale. Non so se lo sai ma ho avuto una casa editrice e ho curato diverse pubblicazioni di elettronica. Mi mancava solo l’impaginazione ma ce l’ho fatta. Questi libri alternativi stanno diventando tra i pochi che si possono vendere. Poi bisogna imparare anche a presentare e parlare. È anche quella un’arte”.
Lorenzo: “Hai deciso di fermare i pensieri. Mi ricordo come stavi al tempo della battaglia contro l’amianto nella tua scuola. Lo ricordo perché è bene non dimenticare. Non è stato facile”.
Luciano: “È stata un’esprienza anche quella… Con le persone si finisce spesso al credo o non credo. La goccia è stata la riunione con i vecchi socialisti di San Casciano: loro volevano fare un confronto tra pro-vaccino e contro, con una pagina per uno. Alla fine consegnai una relazione di 40 pagine. Easy. Non è questione di credo o non credo. Bisogna studiare”.
Lorenzo: “Per come scritto il libro, è come parli tu. Non è una trattazione pesante, ma una lunga semina”.
Luciano: “Negli anni ’80, per mettere da parte un po’ di soldi, cercavo di fare gli abbonamenti al Club degli Editori, chiedendo alle persone nel centro di Firenze se leggessero almeno un libro all’anno. I risultati furono sorprendenti. Non oso immaginare oggi. Ad ogni modo, un libro rimane. Vediamo se aiuto qualcuno a uscire dalla matrix. Il mio intento era di lasciare molto, buttare un sasso in uno stagno. Un libro, sempre e comunque, invita alla lettura, costringe a prendere sul serio”.
Lorenzo: “Perché hai fatto due libri?”
Luciano: “In passato facevano libri con gli aforismi, perché arrivano subito. E poi molti non riescono a comprendere un testo lungo. Diciamo anche che scrivere tanto è facile, la sintesi è la vera prova”.
Lorenzo: “Adesso arriviamo al cuore del tuo impegno civico: la lotta contro l’inquinamento. Oltre al controllo dei corpi per come è stato introdotto dalla pandemia in poi, ci sono i veleni veri e propri che uccidono, nell’acqua o nell’aria, oltre la retorica ambientalista. E, dunque, l’acqua, l’aria, gli elementi, l’inquinamento elettromagnetico: sono anche loro parte di una battaglia politica per la nostra vita. C’è, anche in questo, un disegno politico?”
Luciano: “Vogliono arrivare a depopolare e ogni veleno va bene. Hai citato alcuni veleni efficaci, ma nelle case, per esempio, ci sono luci ed elettrodomestici, che vanno con il 50 Hertz. Il campo magnetico terrestre è aumentato da quando usiamo così tanta tecnologia. E per il nostro corpo non è salutare. Potenzialmente, si può vivere fino a 100 o 120 anni, uno dei modi per ridurre è l’alimentazione. A livello alto hanno sempre mangiato la carne. I vegetariani non campano, le farine sono un veleno…”
Lorenzo: “Le farine in uso oggi, come il “grano blu” dal Canada?”
Luciano: “Tutte le farine. Quelle semmai peggiorano. A proposito, sto facendo il digiuno da ieri sera, anche senza averne bisogno. Sai, rompe farlo, però fa bene”.
Lorenzo: “Anche io e fa molto bene. Ti vedo molto meglio e molto più lucido oggi di 7 anni fa”.
Luciano: “A proposito, tutti i vegetali sono un veleno. Non parliamo del caffè. Alla larga dai semi anche! Stesso discorso per i legumi in generale, che infatti rilasciano la saponina. Meglio la carne, poco cotta o meglio ancora cruda. Te ora non mi mandi a stendere perché sai che Luciano alla lunga ci azzecca!”
Lorenzo: “Mi togli anche il mio cavolo?”
Luciano: “Ricco di vitamine e minerali è ciò che ci raccontano. Anche sull’alimentazione bisogna ribaltare tutto. E dire che prima andavo al ristorante vegetariano. Parliamo anche di pastorizzazione: se è pastorizzato lo puoi buttare via”.
Lorenzo: “Però, la carne ha un costo”.
Luciano: “Attenzione! Intanto, si può e si deve variare. Partiamo dalle frattaglie, come il fegato, dove trovi elementi indispensabili per stare bene. Se devi fare un brodo, lo puoi fare con le ossa. La carne di pollo, invece, al minimo”.
Lorenzo: “Non dirmi che vuoi togliermi anche i salumi…”
Luciano: “Nitriti e nitrati sono i più potenti cancerogeni sulla terra. Ti ho risposto? Del resto, i supermercati sono chiaramente delle discariche del cibo”.
Lorenzo: “C’è una componente di politica alimentare che non possiamo sottovalutare. Ma cosa mangio stasera?”.
Luciano: “Carne! E, poi, si mangia troppo. Meglio il digiuno, alternato con quello che ci dicevamo”.
Lorenzo: “La marmellata, almeno?”
Luciano: “Peggio mi sento: è tutto fruttosio! Io cerco di mangiare carne cruda, uova, il brodo, appunto con le ossa come quello che ho preparato. Noi – ricordalo – non siamo cambiati da quando si rincorrevano gli animali. C’è chi abbina questa dieta ai vegetali, quasi crudi. Senza le farine stai benissimo e lo dico perché ho scelto di cambiare. Un conto è riempire la pancia, un conto è stare bene. Ho smesso anche le vitamine sintetiche…”
Lorenzo: “… Ma servono. Io le prendo”.
Luciano: “Se ti faccio vedere come vengono prodotte… Comunque, sbagliando si impara: io le ho prese per anni. D’altronde, ogni volta che si inserisce un veleno nel corpo, si blocca la manifestazione di un sintomo, che appunto non esce ma cova nel profondo. Ricordo che tu soffrivi molto di mal di testa…”
Lorenzo: “Di atroci mal di testa. A partire più o meno dall’adolescenza, con un’impennata dal 2020. Laceranti, pulsanti. Potrei scrivere un manuale anche e un libro di aforismi sul mal di capo. Che ho guarito solo intervenendo sull’assimilazione dei cibi”.
Luciano: “Ti vedo sorpreso, ma non troppo: prendilo, incartalo e portalo a casa. E riflettici!”.
Lorenzo: “Anche l’alimentazione, resa di massa, porta a questo. Altro effetto del capitalismo”.
Luciano: “Certamente quelli che veramente comandano non sono a contatto con i veleni. Non i maggiordomi, questo è evidente. Ora che mi viene in mente: una cosa che balza agli occhi perché avvelena sono i tatuaggi”.
Lorenzo: “Sono un fiero oppositore della cultura dei tatuaggi. I negozi di tatuaggi crescono e gli italiani sono tra i più tatuati in Europa. È un disastro e ti dico perché. Sono contrario ad alterare il corpo in ogni modo; in secondo luogo, ci sono i veleni che entrano in circolo e poi non si sa come toglierli; infine, la cultura alla Gomorra, cultura della violenza, questo modello culturale deviato che ha pervaso tutto, alla quale i tatuaggi rimandano, di cui sono parte ineliminabile”.
Luciano: “Non parliamo di psicologia e psichiatria poi. Se la medicina allopatica è quasi tutta da buttare – prendo una bomba di veleno per sopravvivere momentaneamente – anche le operazioni sono quasi tutte indotte e non necessarie o, meglio, rientrano in un più ampio business della medicina. L’alimentazione incide moltissimo anche sulle ossa per esempio: mangi meglio, riduci le possibilità di finire sotto i ferri, visto che un’operazione non è mai una banale operazione. Se togli carboidrati il diabete va via. Diabetici da un lato e celiaci dall’altro sono un indicatore. E poi sono anche loro un parco clienti per la medicina. Prima si induce, poi si danno altri veleni. È la iatrogenesi. Comunque, spesso riguarda il microbiota, ignorato per molto tempo dalla medicina. Noi, fondamentalmente, siamo batteri con cellule umane e, senza batteri, moriamo”.
Lorenzo: “Ormai, bisogna ribaltare ogni verità della scienza moderna”.