Il Tazebao – Appena prima del vertice russo-indiano di Nuova Delhi, due incontri d’importanza non meno storica ha avuto luogo, riscuotendo meno attenzione dai mass media mondiali: i viaggi dei ministri degli Esteri e del Commercio ad interim dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan in India hanno portato rispettivamente alla riapertura ufficiale dell’ambasciata indiana a Kabul (in funzione tuttavia già dal 21 ottobre) e all’interruzione del commercio internazionale attraverso il porto pakistano di Karachi, che verrà invece convogliato verso l’analoga struttura di Chandahar in Iran, dove forte è la presenza dell’India. Su questa base, che sancisce il riconoscimento de facto dell’Afghanistan talebano, il progetto delineato dal ministro afghano si concentra sull’espansione del commercio con quest’ultima, l’aumento dei voli cargo Kabul-Nuova Delhi e degli investimenti indiani in Afghanistan anche tramite agevolazioni quinquennali e burocrazia semplificata in settori come l’estrazione mineraria, la sanità, il tessile, l’agricoltura, l’energia e l’edilizia. Restano invece tese le relazioni col Pakistan, coi quali si sono verificati altri scontri militari al confine, nella cittadina di Spin Buldak nella provincia di Kandahar, con morti e feriti. Ma c’è anche l’insorgenza interna a complicare le cose: tra il 30 novembre e il 1° dicembre, vari talebani sono stati uccisi nel nord da quattro attacchi terroristici ad opera del Fronte di Resistenza Nazionale e del Fronte della Libertà d’Afghanistan, che hanno colpito anche la sede del Direttorato per la Promozione del Bene e la Proibizione del Male a Maymana. Colpite anche Kunduz e Kholm: nel settimo distretto della prima si è verificato anche uno scontro a fuoco con ignoti armati, segnalando così la possibilità dell’attivazione di una guerriglia anti-talebana finanziata dall’esterno mirante a ostacolare i progressi registrati dal 2021 ed elencati anche da Putin nella sua intervista a India Today: lotta all’ISIS e al terrorismo, azzeramento quasi totale della produzione di oppio e tolleranza zero verso la produzione e il commercio di droga. (JC)




