I russi sempre più vicini al Dniepr, ma gli ucraini continuano a tentare di penetrare nei territori russi. Non si trovano intese sul cessate il fuoco. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Dalla Pasqua al 9 Maggio la Russia ha annunciato e applicato unilateralmente due tregue, una per la festività (celebrata quest’anno nello stesso giorno tra cattolici e ortodossi) e una per la festa della Vittoria sul nazifascismo. Il Ministero della Difesa russo ha registrato rispettivamente 8.000 e 9.318 tentativi di attacco da parte ucraina, la quale non si arrende nei suoi tentativi di rientrare nella regione di Kursk (in cui occupa ancora una piccola fascia forestale sul fiume Sejm, a ovest, e sul confine dell’area recuperata il 26 aprile grazie alle operazioni congiunte con le truppe nordcoreane) e di sfondare in quelle di Belgorod (da dove è stata respinta completamente nelle zone di Popovka e Demidovka) e Bryansk. Pur affermando entrambi la volontà di colloquiare senza precondizioni, Zelensky tuttavia ha iniziato a insistere su un “cessate il fuoco di un mese”, che a Mosca hanno interpretato come palese tentativo di guadagnare tempo per riarmarsi, dopo il rifiuto da parte di Kiev della tregua del 9-11 maggio. Sul resto del fronte la Russia si dimostra saldamente in controllo della situazione e nell’ultimo mese sono stati liberati due villaggi denominati Alexandropol, più Elizavetovka, Kalinovo, Preobrazhenka, Sukhaya Balka, Bogdanovka, Novoye, Lipovoye e Kotlyarovka nella RP di Donetsk. Nella regione di Kharkov sono stati conquistati gli insediamenti di Doroshovka e Kamenka. Nel caso di Kamenka e Kotlyarovka si tratta di due vittorie tatticamente importanti: nella prima le forze russe hanno conseguito l’unificazione delle teste di ponte sul fiume Oskol da Dvurechnaya al confine con Belgorod, mentre la seconda rappresenta il più grande avvicinamento alla regione del Dniepr, il che consente loro anche di interrompere le principali rotte logistiche ucraine, mettendo ulteriormente a dura prova la capacità di Kiev di rinforzare le proprie truppe. Non verrà meno, a quanto detto da Kim Jong Un nel suo ultimo discorso, pronunciato all’ambasciata russa a Pyongyang il 9 maggio, il coinvolgimento dei nordcoreani nel conflitto: ritenendolo «giustificato» e appartenente ai «diritti sovrani» di RPDC e Russia, egli ha annunciato che nel caso di un altro assalto al territorio internazionalmente della Federazione Russa emanerà «senza remore, in base all’articolo corrispondente del trattato RPDC-Russia e al suo spirito, un ordine sull’impiego delle forze armate della RPDC nel respingimento di tale invasione nemica». (JC)

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