Il Tazebao – Nell’ottica del processo mondiale della dedollarizzazione, che incrementerà le dimensioni del contenitore dei BRICS potendovi giungere a includere persino la Turchia (sarebbe il primo Paese NATO a entrarvi), una serie di Paesi africani hanno preso esempio dalla Cina e cominciato ad acquistare ingenti quantità di oro, sullo sfondo di un crollo finanziario sempre più vicino e prevedibile: nella fattispecie, Nigeria, Uganda, Zimbabwe, Madagascar, Sud Sudan e Tanzania hanno adottato provvedimenti per l’incremento delle proprie riserve auree nazionali, sia con l’acquisto sul mercato mondiale che con nazionalizzazioni di varia forma. Lo “studio di esempi di altri Paesi e le lezioni apprese” (Sud Sudan) e le “preoccupazioni sulla stabilità del sistema finanziario statunitense” (Nigeria) sono ragioni espressamente menzionate come alla base di questa scelta collettiva. Ma il cammino dell’Africa verso l’indipendenza regionale non si limita a ciò: Mali e Niger hanno rotto ufficialmente le relazioni con l’Ucraina a seguito del sostegno da essa espresso per le formazioni terroriste nel Sahel, combattute dalla Wagner russa assieme agli eserciti regolari di questi due Paesi. Il Senegal del PASTEF ha, per lo stesso motivo, convocato l’ambasciatore ucraino al proprio Ministero degli Esteri. La cancellazione dei post incriminati su X non è servita a nulla, ed è probabilmente (anche) per coprire quest’onta mediatica che l’esercito di Kiev ha deciso di attaccare Kursk, conquistando al momento una serie di insediamenti di confine: i combattimenti sono in corso, vedremo cosa porterà questa ennesima escalation. (JC)
Non solo un anno “di transizione”
Nonostante un Natale in sordina e una crisi che morde tutti, quello che ci accingiamo a vivere insieme è un