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Noi e Israele. Fiamma Nirenstein a tuttotondo a Il Tazebao

Bandiera di Israele Muro del Pianto
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Israele sotto assedio, il Medioriente dopo il disimpegno USA e l’emersione di nuove potenze, l’antisemitismo che non è solo un terribile ricordo del passato, il ritorno di Netanyahu e la riforma della giustizia.
Il Tazebao intervista Fiamma Nirenstein

A margine della presentazione al Conventino di Firenze di “Destino americano: tra polarizzazione interna e proiezione globale”, dodicesimo numero della rivista leSfide, edita dalla Fondazione Craxi ETS, c’è stato un prezioso momento per riflettere insieme a Fiamma Nirenstein, Senior Fellow del Jerusalem Center for Public Affairs, già parlamentare italiana e giornalista da sempre attenta alle dinamiche internazionali e soprattutto mediorientali.

Dott.ssa Nirenstein, grazie della disponibilità: è un onore accoglierla su Il Tazebao. Proviamo, intanto, a ricostruire l’importanza di Silvio Berlusconi nella storia d’Italia.

“Berlusconi dev’essere considerato, da tutti, come una figura centrale nella storia dell’Italia contemporanea. È indiscutibile! Ha cercato di portare l’Italia verso la modernità, conservando dei tratti della tradizione italiana. Gli va riconosciuto l’indubbio merito di aver interrotto la polarizzazione di carattere politico-religioso-ideologico, traghettando finalmente l’Italia su un versante conservatore ma anche laico e liberale”.

Non è riuscito, però, a portare a termine tutto, anche a causa di un’opposizione interna fortemente ideologizzata.

“Come tutti i grandi leader conservatori, si è scontrato con l’egemonia culturale della sinistra che è ancora molto consolidata in Occidente”.

Senza dubbio, Berlusconi ha dato il meglio in politica estera. Un punto su cui avete lavorato insieme è stato l’avvicinamento a Israele.

“Data la mia esperienza di giornalista specializzata nel Medioriente gli sono sembrata la persona adatta: sono stata eletta nel 2008 e ho ricoperto il ruolo di vicepresidente della Commissione Esteri”.

Berlusconi ha invertito l’asse andreottiano storicamente filoarabo, che sfociava, persino, in connivenze con il terrorismo.

“Ciò ha portato al riconoscimento degli ebrei e del sionismo, al riconoscimento del diritto del popolo ebraico a tornare nella propria terra, dove ha costruito l’unico esempio di democrazia nel Medioriente. Ho avuto l’onore di contribuire al suo storico discorso alla Knesset, in cui si rimarcavano proprio questi concetti: la necessità di garantire il diritto del popolo ebraico di tornare a casa e la necessità di difendere Israele quale presidio di democrazia in Medioriente. Tutto questo, è proseguito anche in un attento lavoro contro l’antisemitismo con la costituzione della Commissione parlamentare ma anche con importanti e molto partecipati eventi come la manifestazione “Per Israele e per la verità” al Tempio di Adriano o alla manifestazione contro il regime di Assad. Questa è un’eredità politica importante”.

Eppure, perfino nelle società europee che si dicono più evolute e inclusive, l’antisemitismo esiste. I numeri dimostrano che è avvenuto un nuovo esodo degli ebrei dall’Europa verso Israele.

“È così! Il 90% degli ebrei sostiene che ci sia una crescita sensibile dell’antisemitismo. C’è una fissazione criminalizzante contro Israele che, agli occhi dei suoi plurimi nemici, riveste l’immagine di “ebreo collettivo” per eccellenza. L’odio per Israele è il maggiore dei tratti distintivi dell’antisemitismo moderno: o meglio, l’antisemitismo, oggi, si copre e si cela dietro la maschera della critica dello Stato di Israele. E c’è una grande differenza tra critica e pregiudizio!”.

E come si riconosce questa forma che sembra più insidiosa?

“L’antisemitismo ha radici remote: è un’idra multiforme che vive da migliaia di anni e nei secoli ha assunto le forme dei pogrom, delle espulsioni e della Shoah”.

I tratti dell’antisemitismo oggi si possono riassumere nelle “tre D”: la delegittimazione, in base alla quale Israele non dovrebbe esistere in quanto “non legittimo”; il double standard per il diritto di autodifesa, che è riconosciuto a tutti gli altri paesi e non a Israele, e per le dispute territoriali che vengono imputate a Israele e non alla Cina riguardo al Tibet, per esempio, che non valgono per Cipro o ancora per il Sahara occidentale; infine, la demonizzazione con i riferimenti odiosi all’apartheid, che sono del tutto inventati

Non può sfuggire che perfino nei consessi internazionali e nelle Istituzioni europee, dimentiche delle radici giudaico cristiane, ci sia un’ostilità verso Israele, per altro nemmeno troppo celata. I motivi, francamente, sfuggono alla mia comprensione…

“È così, purtroppo. Cito un dato che significativo e allarmante: dal 2015 secondo Un watch, Israele è stata condannata 112 volte dall’Human Rights Council, l’Iran 5, la Corea del Nord 6, la Russia 12. Perfino l’UNESCO, che dovrebbe tenere alla difesa delle radici della civilizzazione, ha fatto una dichiarazione su Gerusalemme sostenendo che sia una città “a carattere islamico”, dimenticando la Bibbia ma anche le evidenze archeologiche”.

Ovviamente, questa azione di “lobbying antisionista” costa…

“La macchina della demonizzazione contro il nostro popolo ha radici profonde. Risale, per lo meno, alla Guerra Fredda quando lo Stato di Israele fu classificato come “capitalista e colonialista”. Certamente, negli ultimi anni, c’è stata un’evidente radicalizzazione con l’emersione dell’islamismo e soprattutto con i corposi finanziamenti che esso raccoglie. Il problema di questa propaganda è che illude le sue vittime facendo credere loro che Israele possa scomparire. E non è così”.

Veniamo a Israele che è una democrazia composita, che vive in un difficile dinamico equilibrio etnico-religioso. Negli ultimi anni, una novità è stata l’ingresso degli arabi, attraverso Ra’am, nel governo…

“Gli arabi, ed è giusto notarlo, non sono solo in Parlamento, sono ambasciatori, i Drusi fanno parte dell’Esercito…”

Sembra, però, che negli ultimi mesi Israele abbia vissuto uno scossone. Che succede?

“Israele ha un sistema politico solido con una maggioranza e opposizione, dovrebbe rafforzarsi dotandosi finalmente di una costituzione. Non fu possibile al momento della fondazione perché il neonato stato israeliano dovette provvedere ai bisogni primari. Voglio ricordare che, al tempo, Israele accolse gli ebrei scappati dall’Europa e soprattutto dalla Russia ma anche, circa 700 mila, dai paesi arabi. Questo nessuno lo ricorda mai…”

Il nodo è la giustizia?

“È uno dei nodi. La Corte è eletta con sistemi che ne garantiscono la riproducibilità interna. Tra i suoi poteri c’è quello di cancellare una legge sulla base di criteri non oggettivi ma di “ragionevolezza” (“ighionut”, in ebraico), criterio che viene definito dalla corte stessa, poiché non c’è una costituzione. Il governo, con la riforma proposta, aveva previsto di poter ripresentare una legge anche dopo una eventuale bocciatura da parte della Corte”.

Netanyahu ha fatto marcia indietro.

“Sì, nonostante avesse i numeri ha scelto di sospendere la riforma. Questo dimostra che è un grande leader: un conservatore laico e illuminato, che ha portato progressi nella pace. Non meritava una contestazione così verticale: è un accanimento che ricorda quello di Mani Pulite”.

Israele, come molte altre democrazie, vive una polarizzazione interna: le due componenti, una destra molto religiosa e una sinistra molto progressista, con tratti woke, non riconoscono una legittimità politica all’avversario ed è illogico visto che insieme si trovano a difendere un paese attaccato da tutte le parti.

Forse, come mai prima d’ora, Israele è sotto assedio.

“Israele vive sotto la costante minaccia atomica e balistica. E l’Iran si avvale dei proxy come Hezbollah in Libano, Hamas e parte del terrorismo in West Bank. Israele ha bisogno quotidianamente di difendersi visto che i suoi cittadini, uomini, donne e bambini vivono con la costante minaccia di essere uccisi”.

Gli altri scatti della presentazione a Firenze
Gianni Bonini e Fiamma Nirenstein: presentazione "Destino americano" a Firenze (20 giugno 2023)
Gianni Bonini e Fiamma Nirenstein: presentazione “Destino americano” a Firenze (20 giugno 2023)
Lorenzo Somigli, Fiamma Nirenstein, Federico Dabizzi: presentazione "Destino americano" a Firenze (20 giugno 2023)
Lorenzo Somigli, Fiamma Nirenstein, Federico Dabizzi: presentazione “Destino americano” a Firenze (20 giugno 2023)
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