Il Tazebao – Mesi di svolte e nuove tensioni, mesi di rimescolamenti di carte sullo scacchiere internazionale mentre la tendenza generale verso la guerra si è tutt’altro che attenuata. Il discorso che Trump ha pronunciato stanotte ha contenuto in realtà molte meno novità di quelle previste o attese: alle 2:30 ore italiane, però, sono ufficialmente cessate tutte le forniture di armi dagli Stati Uniti all’Ucraina, comprese quelle che si trovano già in Europa e comprendendo tutti gli equipaggiamenti che non si trovano già in territorio ucraino. E proprio il Vecchio Continente subisce un altro duro colpo nella sua già traballante economia, per l’effetto dei dazi imposti dalla nuova amministrazione statunitense: l’Ansa riporta in sintesi i dati della Borsa, che in Italia vedono Milano scendere dell’1,6%, con l’affondamento di Iveco (-4,7%), Stellantis (-4,6%), Saipem (-4%), STM (-3,5%), Unicredit (-3,3%) ed Eni (-3,3%), ovverosia i comparti automobilistico, bancario ed energetico, ma anche quello dell’elettronica, rappresentato qui dalla STM. Sembra non bastare, nel caso Saipem, l’impegno vantato in favore della “sostenibilità”. Il crollo borsistico, però, non riguarda solo lo Stivale: giù anche Francoforte (-1,5%) e Madrid (-1,3%), ma anche Parigi e Londra (-1,1% e -0,7% rispettivamente), nel contesto di una contesa che non risparmia nessuno. Molto critica la Presidente Giorgia Meloni, che in un’intervista a Rai 1 ha sostenuto “l’inutilità” della guerra dei dazi anche per gli Stati Uniti e annunciando che difenderà gli interessi dell’Italia in quanto Paese esportatore; intanto, però, l’export maremmano è in crisi, riporta La Nazione: e non potrebbe essere diversamente, dal momento che il mercato americano è il suo primo sbocco per quanto riguarda il settore vitivinicolo e l’olio in particolare. Il consiglio è quello di battere altre strade, come il Medio Oriente e il Sudest asiatico. Chissà se c’è ancora tempo… (JC)
Le armi spuntate del pacifismo
Il Tazebao – Il pacifismo, in questa fase, è quanto di peggio. Il vuoto nelle piazze dissenzienti ne è testimone
Lorenzo Somigli
