Crisi politiche e governative da est a ovest: come iniziano a cambiare le carte in tavola. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Dopo il tragicomico (fortunatamente più comico) tentativo di colpo di Stato in Corea del Sud, il ministro della Difesa, unico, a quanto si presume, a sapere delle intenzioni di Yoon Suk Yeol, si è “scusato” e ha presentato le sue dimissioni. Come ai tempi del golpe d’agosto in URSS, il “ribaltone” che teoricamente doveva “correggere e stabilizzare” la situazione ne ha in realtà accelerato le dinamiche: il Partito Democratico accuserà di tradimento entrambi, insieme al ministro dell’Interno, e li metterà sotto accusa, mentre insieme ad altri 5 partiti presenterà al parlamento un progetto di impeachment per il 6 e 7 dicembre, col leader del PD, Lee Jae Myung, che ha ufficialmente disconosciuto Yoon come presidente della Repubblica di Corea. Meno radicale, ma egualmente incisiva, la decisione annunciata da Marine Le Pen di non votare la fiducia al governo Barnier in Francia per la seduta di oggi, che assai verosimilmente consegnerà l’esecutivo alla sua fine dopo neanche tre mesi dal suo insediamento. Non che “oltrecortina” se la passino meglio: se in Romania i risultati elettorali provvisori sono rimasti invariati dopo il riconteggio (che difficilmente, però, consentirà di formare un governo stabile al PSD uscente), gli scontri in Georgia proseguono, mentre nella repubblica secessionista dell’Abkhazia il Parlamento, dopo aver fatto cadere il governo, ha rifiutato di ratificare un accordo di investimenti con la Russia. Sempre drammatica la situazione in Siria: l’esercito di Damasco regge a Hama ma ha perso Aleppo, dove i primi filmati mostrano una serie di esecuzioni di civili da parte dei terroristi. (JC)

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