Il Tazebao – Appena un paio d’ore fa hanno fatto il giro del mondo le immagini di una Seoul in subbuglio per la legge marziale proclamata ex abrupto dal Presidente Yoon Suk Yeol senza informare né il Parlamento né l’alleato americano (né il suo stesso partito). Messo davanti a una procedura di impeachment, Yoon ha cercato di evitarla facendo ricorso allo stato d’emergenza e dichiarando di voler “ricostruire una libera Repubblica di Corea” epurando “tutti gli elementi filonordcoreani”. Mobilitato l’esercito, si sono avuti scontri con la popolazione scesa in piazza per contrastare quello che a tutti gli effetti è un auto-golpe del presidente in carica: nonostante il blocco dell’accesso al Parlamento, 190 deputati sono riusciti a entrare e hanno votato compatti per l’immediata revoca della legge marziale. Ciononostante, i militari si sono ritirati solo in seguito alla delibera per la quale essa rimarrà in vigore fino a decisione contraria del presidente stesso. Mentre scriviamo questo extra, giunge notizia che sia stato spiccato un mandato d’arresto per il leader dell’opposizione, Lee Jae Myung, mentre la legge marziale sarebbe stata or ora revocata, a quanto sostiene l’agenzia stampa Yonhap. Da Pyongyang per ora tutto tace: forse Yoon si aspettava di coalizzare le istituzioni attorno a sé con lo spauracchio della “minaccia nordcoreana”, un tentativo evidentemente fallito.
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