50 anni dalla caduta di Saigon: il Vietnam guarda al futuro. Bonilauri (Anteo Edizioni): “Grande capacità di adattarsi e di fare autocritica”

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Il Tazebao – Si avvicina il 30 aprile, una data pivot nella storia del Vietnam: la fine dell’occupazione straniera e la riunificazione del paese. Sono passati quasi cinquant’anni dalla caduta di Saigon, oggi Ho Chi Minh. La causa vietnamita, non solo per effetto del “lungo Sessantotto”, ha sempre trovato sponde in Italia e le relazioni bilaterali sono in costante crescita. Uno dei massimi esperti del paese asiatico è proprio Stefano Bonilauri, direttore di Anteo Edizioni, che parlato con i media vietnamiti di questo anniversario e non solo.

“In quel 30 aprile – ha detto Bonilauri nel corso di un’intervista -, il Paese raggiunse finalmente l’unificazione nazionale, e quel momento rappresentò la fine di circa trentacinque anni di guerra quasi ininterrotta, nei quali i vietnamiti furono costretti a far fronte contro tre degli eserciti più potenti del mondo: dapprima quello giapponese, nel corso della Seconda guerra mondiale; poi quello dei colonizzatori francesi, fino al 1954; infine quello degli imperialisti statunitensi”.

“Quel giorno – ha ricordato Bonilauri -, oltreché l’intero popolo vietnamita, tutti i popoli del mondo, i giovani e gli antimperialisti, che, per lunghi anni, avevano dato vita ad un intenso e prolungato movimento di solidarietà con la lotta di liberazione del Vietnam, sussultarono, in unico moto di gioia e di vittoria, consci del significato politico profondo che questa veniva ad assumere, per i destini dell’umanità intera”.

Cinquant’anni sono un lasso di tempo importante, nel quale l’edificazione del Vietnam ha conosciuto passaggi significativi. “Nei primi quattro decenni di costruzione del socialismo – ha ricostruito Bonilauri -, il Vietnam ha ottenuto grandi successi oltre a quello della riunificazione nazionale, come lo sviluppo delle forze produttive e l’alfabetizzazione generalizzata della popolazione. Tuttavia, avanzare verso il socialismo significa anche saper innovare e adattarsi al corso del tempo, respingendo ogni dogmatismo e dando vita, quando necessario, anche all’autocritica. In questo spirito, VI Congresso Nazionale del Partito ha evidenziato i limiti, le carenze, le cause dei limiti e le debolezze del socialismo vietnamita, dando il via al periodo del Rinnovamento, il Đổi Mới. Questa capacità di autocritica e di rinnovamento ha permesso al Vietnam di superare la crisi del socialismo mondiale all’inizio degli anni ’90, sopravvivendo alla fine dell’Unione Sovietica con successo”.

Secondo Bonilauri, il socialismo vietnamita “continua dunque ad ottenere importanti successi, ma il cammino verso il raggiungimento del socialismo resta ancora lungo e irto di difficoltà. Solamente attraverso il mantenimento di uno spirito di autocritica e rinnovamento, e attraverso la visione del popolo come fine e mai come mezzo, il Vietnam potrà continuare a godere dei benefici del percorso socialista scelto dal suo popolo ottant’anni fa”.

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