Il Tazebao – Come sempre, i russi partono piano, ma quando partono… Comincia, infatti, a farsi sempre più strada il “disfattismo” occidentale riguardo all’operazione militare speciale russa in Ucraina, laddove in breve tempo si è passati dalla rinnovata euforia per la vittoria dopo l’invasione della regione di Kursk al sempre più amaro riconoscimento della realtà: il diversivo attuato dall’esercito di Kiev il 6 agosto non solo non ha funzionato, ma ha ulteriormente aggravato la sua situazione su entrambi i fronti, sia lì che nel resto del Donbass. Nelle ultime tre settimane i russi hanno infatti liberato, a Kursk, gli insediamenti di Apanasovka, Snagost, Krasnooktyabrskoye, Desyatyj Oktyabr, Obukhovka, Vyshnevka, Uspenovka, Darino, Nikolaevo-Darino, la periferia sud di Plyokhovo e, pare, anche Olgovka, cacciando inoltre gli ucraini da Medvezhe. Sfondano i russi a Kharkov, occupando Staritsya e prendendo, dalla parte dell’Oskol, Vishnevoye e Kislovka, ampliando la zona di controllo a Sinkovka e Kotlyarevka. Nella RP di Donetsk sono state catturate Georgievka, Ostroe, Grigorovka, Ukrainsk, Marinovka, Nelepovka, Verkhnekamenskoye, Krutoj Yar e soprattutto Ugledar; nella RP di Lugansk si restringe ulteriormente il già minimo territorio controllato da Kiev: cadono anche Makeevka e Nevskoe. La cattura di Ugledar permetterà ai russi di aprirsi la via verso il Dnepr dopo una battaglia durata un anno e mezzo in quello che sembrava un bastione fortificato delle Forze Armate Ucraine, accerchiato poi nel giro di una settimana. Ormai, come si evince dalle parole del capo della diplomazia europea, i sostenitori di Kiev non si nascondono più: la loro preoccupazione è per gli interessi che hanno in Ucraina, non per l’Ucraina stessa. (JC)
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