Il Tazebao – Pochi giorni, ma densi di avvenimenti e significative prese di posizione nella Federazione Russa, dopo il secondo round di colloqui di Riad in cui Mosca e Washington hanno concordato nuove iniziative per una soluzione pacifica del conflitto ucraino, a cominciare dalla navigazione nel Mar Nero. Intervenendo al Forum Internazionale dell’Artico a Murmansk, il Presidente Vladimir Putin ha inequivocabilmente dichiarato che la Russia opererà al massimo delle sue forze per difendere i suoi interessi e la sua sovranità nella regione, sfidando direttamente gli Stati Uniti laddove, dichiarando di «non tollerare alcuna invasione» e ritenendo errato definire “esagerate” le rivendicazioni di Trump sulla Groenlandia, ne ha tracciato un breve quadro storico e ha criticato le ambizioni della NATO sulla regione tramite le sue “nuove reclute”, Finlandia e Svezia. Si è, inoltre, dichiarato favorevole a estendere la cooperazione con altri Paesi per lo sviluppo economico e industriale dell’Artico, che includerà la creazione di nuove città. Supervisionando poi il varo del sottomarino nucleare Perm, che sarà il primo armato coi nuovi missili da crociera ipersonici Zircon, sempre nell’ambito delle azioni russe nell’Artico, di cui ha smentito le notizie circa il riscaldamento globale dei suoi ghiacci, Putin ha tenuto un discorso in cui molto spazio è stato riservato ai rapporti con l’Europa e alla questione ucraina. Auspicando che «non si riponga più una fiducia cieca nei partner occidentali», egli ha proposto per l’Ucraina un’amministrazione temporanea da parte delle Nazioni Unite, sullo sfondo della mancanza di legittimità delle attuali autorità ucraine (essendone scaduto il mandato il 20 maggio 2024) e del vuoto di potere riempito da radicali e neonazisti. Ha specificato che tale proposta non è l’unica possibile, ma essa dovrebbe includere un’ampia coalizione che includa anche i Paesi BRICS e perfino la Corea del Nord (a proposito della quale ha confermato esservi in vigore un’ampia cooperazione in ambito tecnico-militare). Per quanto riguarda la situazione al fronte nello specifico, Putin ha informato che lungo tutta la linea del fronte l’iniziativa è nelle mani delle forze russe, che hanno finora liberato il 99% della Repubblica Popolare di Lugansk e oltre il 70% della RP di Donetsk e degli oblast di Zaporozhie e Kherson, aggiungendo che «vi è motivo di credere» che le truppe ucraine verranno non solo messe alle strette, ma anche esaurite e annientate. Da ultimo, come contorno a tutto ciò, giunge fresca la notizia per cui la Russia aprirà presto un’ambasciata alle Comore, che segue l’annuncio, in apertura d’anno, dell’istituzione di analoghe missioni nel Sud Sudan e nella Sierra Leone e della riapertura di quella in Niger (chiusa nel 1992 per le difficoltà economiche del periodo); in Burkina Faso l’ambasciata russa ha ricominciato a lavorare a fine 2023. (JC)

Nemmeno le condoglianze! Che rimane della civiltà giudaico-cristiana? Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – In questi due giorni seguiti alla scomparsa di Papa Francesco, la banderuola della “civiltà giudaico-cristiana” è stata