Il Tazebao – Come chiunque abbia dimestichezza col trasporto pubblico avrà potuto notare, da qualche giorno regna il caos più totale: venerdì si è alzata, possiamo dire, un’ondata di ritardi generalizzati dell’alta velocità, concepita paradossalmente proprio per ovviare ai tempi di percorrenza dilatati soprattutto in casi come questi. La rete ferroviaria italiana è stata evidentemente colpita da guasti, inconvenienti, lavori scriteriati, quando non la “presenza di persone estranee sui binari”, che hanno elevato i tempi di attesa fino all’iperbolica cifra di 200 minuti, principalmente sulla tratta Firenze-Roma, ma anche a Pistoia ci informano della cancellazione di tutti i treni. L’annosa “questione ferroviaria” al sud ha comportato l’interruzione dei servizi ferroviari a causa di lavori sulla linea Battipaglia-Sapri, che si ripercuoterà ovviamente sulle località turistiche già martoriate dal crollo verticale delle prenotazioni estive. Che sia un ennesimo passo verso l’instillazione di una mentalità da “auto-lockdown per cause di forza maggiore”? Ce n’è anche per chi esalta la “libertà degli spostamenti” con mezzi privati, peraltro sempre più costosi e difettosi essi e caotico il traffico urbano, laddove le “normative green” impongono limiti di velocità a 30 km/h e i continui incidenti rendono i percorsi autostradali un terno al lotto tanto quanto quelli ferroviari. Un chiaro segno dei tempi e della dismissione che, totalitaria, pervade sempre più a fondo anche le nostre vite di singoli individui. (JC)
Non solo un anno “di transizione”
Nonostante un Natale in sordina e una crisi che morde tutti, quello che ci accingiamo a vivere insieme è un