L’intervento di Lorenzo Somigli a Contro/Verso sul conflitto in Medioriente
“Non ci sarà un nuovo ordine o una “pace” prima di uno scontro per l’egemonia mondiale: anche la pax americana, incrinata a partire dalla fine degli anni Novanta, è nata dalla vittoria sul campo. Il termine pace, per quanto bello, va usato con moderazione”. Lo ha dichiarato Lorenzo Somigli, giornalista, nel corso dell’ultima puntata di Contro/Verso, condotto da Domenico Guarino su TVR Teleitalia. “Ci sono zone critiche, dove storicamente si concentrano i conflitti tra le potenze – ha ricordato -: si tratta dell’Est Europa, del Medioriente, Libano su tutti, della penisola coreana e non solo”.
“Sicuramente c’è stato un salto di qualità nel conflitto. La guerra in Ucraina, una sorta di guerra civile tra popoli cristiani ortodossi, registra un numero elevatissimo di morti, con intere divisioni mobilitate in un solo fronte. Per quanto riguarda Gaza, oltre al numero di morti da parte palestinese che fa impressione, bisogna ricordare che non è facile occupare un territorio simile: da Montecassino in poi, combattere nelle rovine è complesso, anche perché oggi si combatte contro milizie sì ma ben addestrate e dotate perfino di armi avanzate”.
«Per la penisola italiana – ha rilevato Somigli – tutto questo comporta l’interruzione della continuità con la Russia, con la quale da sempre abbiamo rapporti, e con il mondo arabo».
Secondo il fondatore de Il Tazebao, le due guerre sono comunque correlate: “Pensiamo solo ai flussi migratori dall’Ucraina, dalla vecchia Galizia verso Israele, zone dove storicamente ci sono comunità ebraiche, che ha alimentato una nuova fame di terra. Inoltre, c’è una certa visione di Israele, portata avanti dalla destra radicale israeliana, che non nasce oggi ma affonda nelle idee di Žabotinskij, che prevede l’espansione dei confini oltre quelli naturali a formale una Grande Israele”.
Sul rischio di un blocco navale a Suez: “Gli Houthi occupano un territorio chiave per gli equilibri mondiali; i Romani, che conoscevano la geografia, arrivano alle isole Farasan, Portus Ferresanus. Ci sono, secondo l’ammiraglio inglese John Fisher, circa 5 punti strategici, le chiavi del mondo, che determinano l’egemonia mondiale. Il blocco sistematico di uno di questi punti, come Suez, può avere conseguenze estreme”.
Sul riarmo tedesco: “La Germania ha, storicamente, esercitato una funzione di magnete sui Balcani, sull’area danubiana, sui paesi baltici. Quando si riunifica e la capitale torna a Berlino, la storica capitale prussiana protesa verso Est, tenta di ricostruire una stabile sinergia con la Russia che sarebbe culminata con il gasdotto Nord Stream 2. Temo che gli Stati Uniti si sganceranno da un impegno diretto in Ucraina, dopo il possibile avvicendamento tra democratici e repubblicani, e la appalteranno alla Germania, che si impegnerà per l’ennesima volta in una disastrosa guerra alla Russia, contraria agli interessi tedeschi”.
La puntata completa: Contro/Verso PT 10 – Terrasanta di sangue