Il Tazebao – Quello cristiano è veramente un messaggio radicale. Il divino, che si incarna e soffre e muore per gli umani per mano degli umani, è tanto incomprensibile quanto bello. Pieno di stimoli e di domande e di lacerazioni è il cristianesimo. Si ripensi, per esempio, al concetto del Male, così sapientemente descritto nelle lettere e dal Signorelli. Ricco di santi e di sante, perché quella della Chiesa è anche una storia di donne, è l’universo cristiano. Significativo e, in un certo senso simbolico e contraddittorio, che, proprio dopo la Pasqua e la Resurrezione, il Vicario di Cristo sulla terra abbia lasciato il corpo mortale. Sebbene la donazione di Costantino sia stata smontata sul piano filosofico dal Padre Dante mentre Lorenzo Valla ha dimostrato l’inautenticità del documento, nonostante il Vaticano abbia più volte attratto verso la penisola potenze straniere che hanno ritardato l’unificazione, senza dimenticare il lasciapassare alla tragedia del fascismo, la religione cristiana, religione rivelata, è – come quella olimpica rispetto alla brutalità primigenia ctonia – latrice di cosmos, per la quale l’uomo è il pivot del Creato, nel quale intuisce i «segni delle perfezioni invisibili di Dio» (San Bonaventura nell’Itinerarium). Termina, con la morte del “secondo” Papa, un periodo di grande anomalia della Chiesa, contraddistinto dalla compresenza dei due papi, tra spinte moderniste – segnatamente la sistematica rimozione del latino – e qualche sprazzo critico rispetto al mainstream. Di Bergoglio vanno tenute le posizioni contro lo sterminio di cristiani in Terra Santa, anche se non si sono udite analoghe accuse contro lo sterminio dei cattolici in Ucraina. Non può sfuggire che il suo pontificato sia coinciso con una eclissi della dottrina e con la massima disaffezione verso la Chiesa, anche se di recente giungono notizie positive sui battesimi in età adulta nella laica e dissacrante Francia, mentre in Italia aumentano, invece, gli studenti che evitano l’ora di religione, con il plauso di qualcuno. La speranza è che al soglio petrino sia chiamata una personalità di spessore dottrinale, capace di riaffermare, senza mai per questo interrompere il dialogo interreligioso e valorizzando i modelli di dialogo possibile, l’unicità cristiana. Sicuramente, ci sarà uno scontro furibondo e impercettibile dentro. Sicuramente, come Bergoglio è stato il Papa di Obama e Biden alla Casa Bianca e del trionfo populista a Palazzo Chigi, il prossimo saprà essere sincronizzato con la fine del ciclo, anticipata dal pauperismo francescano della dismissione. E, se fosse un italiano, magari della bergamasca, terra di forte presenza cristiana, sarebbe assai meglio.

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