Il Tazebao – Il bello del tempo che stiamo vivendo è che crollano tanti miti – oramai più stucco che sostanza ‐, crollano certe granitiche certezze. Che senso hanno adesso la fede cieca in una medicina che sfocia nella iatrogenesi o il primato del soldo perfino sulla vita umana? Molti sono comprensibilmente spiazzati – e saremo loro vicini -; quelli che si credevano furbi, pensando di poter fregare tutti gli altri e magari agguantare qualcosa dal sistema, restano al palo – e se capiranno l’errore saranno insieme a noi -; ci sono quelli che vanno risvegliati, perché in ogni uomo – a differenza di ciò che predicano gli aedi del sistema – c’è una sorgente di vita. Il sistema si mostra per quello che è, senza più trucco né infingimenti. Disvelamento e resipiscenza. Ci sono momenti che sono momenti di torsione, di curvatura della storia. Questo è sì difficile da spiegare a parole, lo si deve afferrare: il nostro è uno di quei momenti e la nostra vicenda umana, il nostro segmento di tempo, è ancor più meritevole di essere vissuta e spesa per una buona causa e per una bella idea. Oggi c’è modo di incidere, di incidere e di cambiare. Perché il potere nel nostro tempo ci vuole sì tutti nuovi schiavi, ci toglie ogni giorno uno spazio di libertà, ci toglie la lingua, i risparmi, l’automobile, la casa, controlla ciò che facciamo, diciamo, scriviamo (e comunque noi lo scriviamo). Gli errori si pagano. E noi paghiamo adesso trent’anni senza impegno politico e senza critica della politica. Non disperare, non disperdersi. Tutto è in discussione o discutibile. La risposta è nell’unire e nell’allargare. Dal fotocopiare pensieri già detti a una rigorosa analisi della realtà come strumento propedeutico all’azione, da gruppi sparsi con piccoli capetti a – per adesso – grandi raggruppamenti, dal dissenso diffuso ma disorganizzato all’azione politica. Se in poco tempo siamo riusciti a creare così tanto (associazioni, case editrici, riviste), significa che ci sono i semi per la rinascita. Spirituale, dunque materiale. Questa sarà senz’altro una stagione meritevole di essere vissuta e combattuta. L’Italia è troppo grande per essere così piccola. Tornerà libera, tornerà a produrre, tornerà sana, tornerà ad essere un fattore di pace e di stabilità nel Mediterraneo. Con il Socialismo, che infatti torna a riscuotere interesse. Solo così gli italiani torneranno ad essere fieri di essere eredi di una grande Civiltà. È solo l’inizio della nostra lotta.
“Vuoi tu varcare la soglia di Parvus?” Da un’intervista privata…
Lo contattiamo in quello che lui dice “un momentaccio”. Passa un attimo in cui sentiamo un frusciare di fogli e