Se l’incertezza è l’unica certezza…La crisi come specchio dei tempi e la ricerca delle opportunità riducendo le aspettative. Le nostre risposte

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Il mondo cambia ad una velocità talvolta non percepita e gli investitori devono trovare un partner che li guidi nelle scelte e li indirizzi sulle soluzioni.

L’ascesa della Cina, i rischi correlati al clima, il populismo e la tecnologia saranno quattro fattori importanti di cambiamento a livello macroeconomico e sarà quindi necessario tenerli sotto osservazione affinché, attraverso le analisi e l’uso degli strumenti adatti, anche le incertezze possano diventare opportunità.

In un contesto di bassi rendimenti obbligazionari, bisognerebbe ridurre le aspettative rispetto ai rendimenti attesi ed evitare di abbassare troppo la qualità per cercarne di elevati.

Una sfida che, dunque, non è affatto facile da affrontare, sia per la sua complessità che per il quadro generale che il mercato degli strumenti finanziari offre. Ci sono migliaia di soluzioni che spesso non aiutano a scegliere una strada o che comunque potrebbero sviare l’investitore.

Ma lo scenario post-pandemico (o pandemico) contiene ancora un forte contrasto tra i tassi negativi e l’ingente crescita dell’azionario, che ci sorprende con rendimenti inimmaginabili. Ci sono classi di rischio, come l’intelligenza artificiale o la robotica, che sono letteralmente schizzate in alto. Ma non sono le sole.

Sarà davvero un trend inarrestabile?

La mia risposta è si. Almeno fino a quando i tassi rimarranno schiacciati ad aspettare una ripresa che non si consolida, l’unica fonte di delta sarà l’azionario.

La fiammata inflazionistica di Aprile ha sicuramente innescato un trend al rialzo che ha impaurito il settore finanziario ma, a mio parere, è stata una situazione anomala e circoscritta, generata dalla ripresa delle attività economiche che si erano viste prive di possibilità di approvvigionamento di materie prime a causa dell’esaurimento delle scorte dovuto alla pandemia.

Credo che i prossimi mesi vedranno una progressiva stabilizzazione delle catene produttive con un conseguente contenimento dell’inflazione. Le banche centrali ridurranno la loro presenza sui mercati, ma non potranno sottrarsi alla vigilanza e tirarsi indietro completamente: questo continuerà a dare stabilità.

Quindi come investire i nostri soldi in questo contesto di crisi permanente?

Innanzitutto affidandosi a gestori con esperienza consolidata, che abbiano strumenti di analisi adeguati a studiare un mondo cosi complesso ma che abbiano altresì la capacità di essere agili e veloci per adattarsi ad eventuali repentini cambiamenti di direzione dei mercati. Forse non sarà sufficiente a mettersi al riparo da eventuali ribassi, anche improvvisi, degli indici, ma stare investiti comporta sempre dei rischi ed oggi più che mai è necessario stare investiti, l’attendismo non paga mai.

Ma soprattutto non c’è il momento giusto di entrare nei mercati.

Ci sono piuttosto i metodi e c’è una variabile importante che dovrebbe essere di ispirazione per ogni investitore: il tempo. Se i portafogli sono coerenti con il proprio orizzonte temporale, i mercati riserveranno opportunità e non sorprese negative. Oggi, con un mercato azionario “maturo”, dove si entra gradualmente attraverso piani di accumulo – automatici o meno – che abbiano una strategia di lungo periodo e che mirino a costruire nel tempo asset solidi e coerenti con le proprie aspettative.

A patto che ci si arrivi gradualmente, prevedere di avere tra 5 anni  un portafoglio apparentemente sbilanciato sull’azionario consente di intraprendere scelte su qualsiasi mercato, dall’area Euro all’Asia, dalla tecnologia alle infrastrutture, dal mondo del lusso al cambiamento climatico, solo per fare alcuni esempi, cogliendo i consigli dei gestori e navigando sereni anche in acque agitate, sicuri della solidità delle idee che stanno alla base della costruzione del portafoglio.

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