L’arresto di Călin Georgescu in presa diretta e le conseguenze su una Romania mai come ora in affanno. La politica che si blinda e le proteste oceaniche di oggi. Tutti gli aggiornamenti grazie al nostro Santiago.
Il Tazebao – Dopo alcuni giorni di – solo – apparente calma, la Romania sprofonda nuovamente in torbidi e caos: dopo la beffa elettorale con l’annullamento del primo turno, come riferisce a Il Tazebao il nostro Santiago, il candidato Călin Georgescu è stato arrestato mercoledì 26 febbraio mentre si stava recando a presentare la sua candidatura. Secondo le ricostruzioni, è stato arrestato e condotto in Procura per un interrogatorio. Si tratta, a tutti gli effetti, di un forzatura che può avere pesanti ripercussioni su un paese in condizioni già critiche, con un sistema istituzionale e politico in crisi profonda. Il giorno dopo è stato rilasciato ed è in regime di libertà vigilata. L’anima del Conducator se la ride sonoramente. Seguono aggiornamenti.
Le ultime
Domenica 9 marzo (ore 12 italiane) – Altra giornata di passione – ieri – per la Romania. Era prevista, si apprende in mattinata, una riunione per discutere sulle contestazioni alla candidatura di Georgescu. Riunione avvenuta alla Corte Costituzionale in un clima da barricate, con la gendarmeria schierata a difesa. Le contestazioni contro Georgescu hanno raggiunto la cifra di ben 1300. Ad ogni modo la Corte ha respinto le prime due, come accennato in precedenza; resta questa mole di contestazioni. A proposito, a rendere il quadro ancor più fosco, va detto che uno di coloro che hanno presentato una delle prime contestazioni – letteralmente – quattro minuti dopo il deposito della candidatura di Georgescu, è rettore di un’università fondata e finanziata da Soros. “Sorosista” è parola ricorrente nei discorsi di Georgescu. Infine, ci sono fondati sospetti che i servizi francesi abbiano le mani in pasta in tutta la vicenda dell’annullamento delle elezioni. Non a caso l’ambasciatore di Macron si è intrattenuto in un colloquio coi giudici costituzionali. Quando mai un ambasciatore qualsiasi vada a parlare con una corte costituzionale… (Santiago per Il Tazebao)
Venerdì 7 marzo (ore 17 italiane) – Sono già state depositate due contestazioni alla candidatura di Georgescu perché, secondo i contestatori, sarebbe incostituzionale. Nel frattempo, Simion ha chiesto le immediate dimissioni del Ministro degli Esteri perché questi avrebbe dato l’avallo all’Ambasciatore francese per un colloquio con la Corte Costituzionale. Due delle accuse mosse contro Georgescu, a quanto apprendiamo in questi minuti, sono già decadute: quella sulla propaganda e quella sulla sua presunta partecipazione a organizzazioni fasciste; tuttavia, resta sotto controllo giudiziario. Permane il divieto di espatrio. Le due contestazioni sono state avanzate subito dopo il deposito della candidatura, quindi sembra plausibile che fossero già pronte. Gli autori sono un avvocato di Arad e il dr. Remus Pricopie, rettore di una università, la SNSPA, scuola nazionale di studi politici e amministrativi. Bruciato Bolojan a causa delle sciocchezze che ha fatto, tali e tante che i romeni lo chiamano “il postino della UE”; nel mentre, i sorosiani tirano fuori il coniglio dal cilindro: Crin Antonescu, che si candida per la coalizione di governo, mimando un appoggio alla candidatura di Georgescu (Santiago per Il Tazebao).
Venerdì 7 marzo (ore 16 italiane) – Călin Georgescu ha depositato la propria candidatura sostenuta da 324.00 firme. Migliaia di persone lo hanno accompagnato al BEC, l’organo di controllo (Santiago per Il Tazebao).
Il day after
Domenica 2 marzo (ore 22 italiane) – Scusate l’ora, ma notizia bomba. Lo trasmetto tradotto dal romeno e rimesso. Nel Codice Penale della Romania, la tortura è definita all’articolo 282 ed è considerata un crimine grave. Secondo il Codice Penale la tortura rappresenta: “L’atto di un pubblico ufficiale che intenzionalmente provoca a una persona grave dolore o sofferenza, fisica o psichica, allo scopo di ottenere da lui o da un terzo informazioni o confessioni, per punirla per un atto che ha commesso o che si sospetta abbia commesso, per intimidirlo o per esercitare pressioni su di lui o su altri. Le sanzioni previste dal codice penale sono: reclusione da 2 a 7 anni e divieto di esercitare alcuni diritti. Se la tortura ha causato lesioni gravi o messo in pericolo la vita della vittima, la pena è compresa tra 5 e 12 anni di reclusione. Inoltre, nessun ordine dei superiori o circostanze eccezionali (come la guerra o la sicurezza nazionale) giustificano la tortura. Il reato coinvolge quindi sia un lato oggettivo, il fatto materiale stesso, ma anche un lato soggettivo, l’intenzione, con la finalità indicata dal testo della legge. Lo stesso vale per l’indagine abusiva di cui all’articolo 280 del codice civile, ma in questo caso il soggetto attivo del reato deve essere un organo investigativo (ufficiale di polizia, pubblico ministero), e lo scopo è quello di ottenere dichiarazioni, confessioni, ecc. utilizzando mezzi di indagine illegali”. Ora, lo spiego. Quando hanno arrestato Georgescu era sofferente per un problema al piede e camminava con le stampelle, quindi equiparabile a un disabile. I funzionari di polizia che lo hanno privato dei sostegni e lo hanno fatto appoggiare al muro hanno commesso il reato di tortura, previsto e punito dal CP romeno. Ci sono gli avvocati di Georgescu che stanno preparando la denuncia. I poliziotti hanno commesso un abuso gravissimo. Seguiamo gli sviluppi (Santiago per Il Tazebao).
Domenica 2 marzo (ore 19 italiane) – Qualche spunto a margine della manifestazione oceanica di ieri. Il solito Bolojan ha dichiarato che le elezioni di dicembre restano annullate. Nel frattempo, è cominciata la guerra mediatica con gli organi di stampa mainstream, quasi tutti, che sminuiscono e denigrano la manifestazione di ieri. Visto quanto avvenuto a Londra, Musk ha dichiarato che per gli Usa è arrivata l’ora di lasciare Nato e Onu e, dal canto suo, Georgescu ha risposto che senza gli Usa la no Ue non esiste e la Nato è zero (Santiago per Il Tazebao).
La Romania in piazza
Sabato 1° marzo (ore 18.00 italiane) – Si apprende che Georgescu, anche grazie all’imponente manifestazione di piazza, ha raccolto altre 300 mila firme. Il tutto in un solo giorno. Nel frattempo, su Il Tazebao, Jean-Claude Martini, noto analisti delle vicende coreane e penna del Tazebao del giorno, ha condotto un’attenta riflessione, con le dovute retrospettive, sui fatti di Romania come sintomatici di una esplosione delle contraddizioni. “(…) La manipolazione delle forze comunemente ritenute “populiste” o “di estrema destra” – si legge in un passaggio – da parte degli americani e la conseguente repressione da parte del regime di Bruxelles degli elementi ad esse afferenti, come è appunto il caso di Călin Georgescu e del suo (fortunatamente) breve arresto, lo dimostrano. Ma esse, come pure le manifestazioni di massa che si susseguono oramai da mesi in Romania, ma anche le proteste in Bulgaria contro l’entrata nell’euro, prevista per il prossimo anno, i tentativi di destabilizzazione della Georgia prima e della Serbia adesso, il mandato d’arresto contro il Presidente della Repubblica Serba Milorad Dodik e le rinfocolate tensioni nei Balcani, dimostrano anche che i popoli non ci stanno e reclamano la loro parte nel nuovo capitolo storico che si sta aprendo per il Vecchio Continente”. (Santiago per Il Tazebao).
Sabato 1° marzo (ore 15.30 italiane) – Calin Georgescu, George Simion e la giornalista Anca Alexandrescu in piazza coi romeni, circa 100.000 in piazza Victoriei. L’imponente schieramento di polizia testimonia la paura del regime sorosiano al potere. “Georgescu președinte” è lo slogan gridato dalla folla, insieme a “libertate libertate”. “Nessuno ci fa paura”, dice Călin Georgescu, aggiungendo che “non vogliamo quelli che si mettono in ginocchio”. Nei loro interventi i tre hanno pronunciato parole di fuoco contro il corrotto stato parallelo. Ora ne hanno anche per il codardo Bolojan. Georgescu intervistato da una TV britannica, alla quale risponde in perfetto inglese. Nessun media italiano è presente: tenteranno di coprire la notizia, more solito. Tanti gli attacchi contro la UE. Georgescu ringrazia “chi ha annullato il voto” perché “ha unito tutti i romeni” (Santiago per Il Tazebao).
Sabato 1° marzo (ore 13 italiane) – Si stimano 100 mila persone in piazza. Simion e Georgescu sono arrivati al palco. Bellissime le definizioni di Ciolacu fra le quali Marcelino Ciolachino, burattino, Pinocchio, Arlecchino. Nessuna notizia di Bolojan volato per prudenza fra le braccia di Maia Sandu a Chisinau (Santiago per Il Tazebao).
Sabato 1° marzo (ore 12 italiane) – È il giorno. Bucarest, a un’ora dalla manifestazione si sta riempiendo: bus in arrivo a centinaia da tutto il paese (Santiago per Il Tazebao).
Il parlamento si blinda, le piazze si scaldano
Venerdì 28 febbraio (ore 16.00 italiane) – Quando i romeni vanno in piazza… In vista della grande manifestazione di domani, fissata a Bucarest per le ore 14, le piazze iniziano a riempirsi. Inequivocabili i cartelli in sostegno a Georgescu, sinonimo, secondo i sostenitori, di pace, libertà e sovranità. Si moltiplicano, nel frattempo, gli appelli alla calma e a porre attenzione a eventuali infiltrati e provocatori. A quanto risulta sono molti i romeni che si affollano alla frontiera per rientrare nella madrepatria, anche in vista della manifestazione di domani (Santiago per Il Tazebao).
Venerdì 28 febbraio (ore 14.00 italiane) – La mozione di censura contro il Governo Ciolacu 2 – un governo in proroga ai limiti dell’incostituzionalità – è stata respinta poco fa dal Parlamento Romeno con 147 voti favorevoli e un solo voto contrario. Per essere approvata era necessaria la maggioranza dei voti dei deputati e dei senatori, rispettivamente 232 voti, ma i voti favorevoli registrati dalla mozione erano inferiori al numero delle firme, 155, con cui era stata sottoposta al Parlamento, dove la tensione è stata altissima, ai limiti della rissa (Santiago per Il Tazebao).
La libertà vigilata
Giovedì 27 febbraio (ore 13.00 italiane) – Arrestato e prontamente rilasciato dopo appena 24 ore. Adesso Călin Georgescu, anche in seguito a un’indignazione mondiale, è in regime di libertà vigilata, ma non potrà, come si apprende, comunicare attraverso i suoi seguitissimi canali social. Ad accoglierlo fuori della Procura una folla festante. Ha confermato che si candiderà (Santiago per Il Tazebao).
Giovedì 27 febbraio (ore 8.00 italiane) – Sembra che abbiano perquisito 20 persone dell’entourage di Georgescu e in casa del su bodyguard abbiano trovato soldi non giustificati. Bello no? Beccano uno e arrestano un altro. Poi gli stanno rinfacciando di aver partecipato a organizzazioni fasciste antidemocratiche, tutti pretesti assurdi. I sondaggi lo danno in crescita vertiginosa, in alcuni all’80% del gradimento. Tuttavia, anche con un processo in corso non potranno impedirgli di partecipare, in quanto solo una condanna definitiva può impedirgli di correre. Un aggiornamento su ieri: non hanno impedito l’ingresso in Procura solo alla moglie ma anche agli avvocati difensori, in barba ad ogni forma di diritto che prevede che il difensore assista agli interrogatori. Sempre ieri, i partiti di governo hanno fatto scena in TV, tutti azzimati e pettinati hanno fatto un summit con l’opposizione. È uscita allo scoperto insieme a Simion di AUR anche l’eurodeputata Șoșoacă di SOS, che hanno confermato il loro appoggio a Georgescu. Vedremo sabato a Bucarest cosa succederà coi romeni in piazza (Santiago per Il Tazebao).
Il giorno più buio: l’arresto
Mercoledì 26 febbraio (ore 18 italiane) – Iniziano ad arrivare messaggi a supporto di Georgescu. Tra questi il più significativo è quello di Elon Musk, mentre una giornalista, da sempre vicina a Georgescu, Anca Alexandrescu ha confessato il suo timore che “prendano presto” anche lei. Dal canto suo, Simion, leader del partito AUR, è tornato alla Procura in attesa che Georgescu sia rilasciato, in libertà vigilata (Santiago per Il Tazebao).
Mercoledì 26 febbraio (ore 15.15 italiane) – Da quanto appreso, ieri sera Georgescu si era recato presso la sede del partito AUR, che lo appoggia, per ritirare le firme, circa 200.000, e oggi verso le 13 stava andando a depositarle e presentare la propria candidatura quando l’hanno arrestato e portato in Procura (Santiago per Il Tazebao).
Mercoledì 26 febbraio (ore 14.30 italiane) – Si apprende che, una volta arrestato, Georgescu è stato umiliato gravemente: quando ha chiesto di andare in bagno, è stato accompagnato ed è sottoposto a perquisizione personale con le mani appoggiate al muro; nel frattempo, alla moglie Cristela è impedito di entrare in Procura. Gli avversari politici sostengono di essere in possesso di “gravi prove” contro di lui. Gli avvocati sostengono che esistono possibilità che resti detenuto. L’accusa è, a quanto si apprende, attentato alla Costituzione perché ha istigato il popolo alla rivolta: rischia una pena durissima, stimabile intorno ai 20 anni. A quanto risulta, tutti i media, tranne Realitatea, erano stati preavvertiti dell’arresto e hanno ripreso l’evento. Simion, leader di AUR, si appella ai romeni in diaspora e li invita a rientrare in patria. Sabato 1° marzo è prevista una grande manifestazione, che rischia di ingigantirsi ulteriormente (Santiago per Il Tazebao).