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Resistenza: anche l’URSS ha contribuito. Ma non si può (quasi) più dire. Dalla conferenza di Bologna

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Il Tazebao – Quando si parla di Resistenza si dovrebbe render merito anche alla Russia, allora Unione Sovietica, sebbene ciò, oggi, nella temperie del puritanesimo social, possa rappresentare un grave reato d’opinione; tuttavia, così è, la Russia c’è stata nel momento peggiore dell’occupazione, Wikipedia si può manipolare con un rapido click, la Storia solo con un grande sforzo di riscrittura, la memoria collettiva delle comunità che hanno ancora vivide ferite per gli orrori del Nazifascismo è di ferro. C’è chi la coltiva.

Sabato 21 settembre, l’Associazione Culturale Russia Emila-Romagna ha organizzato la presentazione a Bologna (Villa Paradiso) del libro Il Battaglione Partigiano Russo d’Assalto, edito da Anteo, che contiene le memorie di Vladimir Pereladov. Il libro si apre con la prefazione del Console russo in Italia e l’introduzione di Giambattista Cadoppi e racconta le gesta del battaglione che fu all’origine delle battaglie che portarono alla liberazione della Repubblica Partigiana di Montefiorino, sul territorio modenese e raggiano.

La manifestazione è stata introdotta dal presidente dell’Associazione, Luca Rossi, che ha parlato della personalità di Pereladov e da Marina Pozdnyakova che ha ricordato il nonno, il Capitano Russo, come veniva chiamato dalla popolazione. Marina ha ricordato l’amore per l’Italia di Preladov e come questi descrivesse sempre in maniera entusiastica il nostro Paese e come egli ritenesse importante sviluppare una migliore comprensione reciproca tra i due popoli.

Cadoppi ha inserito le memorie di Pereladov nel contesto generale della Resistenza al Nazifascismo, insistendo sul contributo dei partigiani sovietici anche al livello militare dello scontro con gli occupanti nazisti e i loro servi fascisti.

Dunque, non solo l’Armata Rossa liberò, con un enorme e troppo spesso misconosciuto sacrificio umano e materiale, gran parte dell’Europa dalla peste grigia, ma fece in modo che anche le aree, dove non poté intervenire direttamente, venisse facilitata la sconfitta del fascismo, attirando sui di sé oltre l’80% delle truppe tedesche e dei loro satelliti fascisti.

In Italia, inoltre, ci fu una parte dell’Armata Rossa, quella dei 6mila ex prigionieri divenuti partigiani, che ha combattuto per la libertà, lasciando sul terreno oltre 500 caduti.

Oggi assistiamo alla ri-fascistizzazione della Storia, che porta alla distruzione dei monumenti all’Armata Rossa in tutta Europa e la loro sostituzione con monumenti ai collaborazionisti del nazismo come Stefan Bandera.

La conferenza ha visto una forte partecipazione da tutta la regione. E non solo. Noi c’eravamo. Ché la Storia non si riscrive facilmente.

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