Il Tazebao – Chi di potere ferisce, di potere perisce, si potrebbe dire, parafrasando un celebre proverbio e riprendendo i pilastri del breve ma penetrante libro dell’ottimo Lorenzo Somigli, Il potere del nostro tempo (Artverkaro Edizioni, 2024). Ed ecco che il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari, è stato colpito da una mozione di sfiducia, per sua fortuna non vincolante, da parte dei suoi stessi colleghi e sottoposti, per aver mandato nottetempo al macero 100.000 copie di Affari&Finanza già stampate. Il motivo? L’apertura, firmata da Giovanni Pons, imperdonabilmente rea di aver criticato lo squilibrio dei rapporti tra Roma e Parigi per quanto riguarda le vicende Stellantis, Tim, Stm e Arcelor Mittal, prontamente sostituita da un elaborato di Walter Galbiati, dallo stesso titolo (Affari ad alta tensione sul fronte Roma-Parigi) ma più accondiscendente verso la Francia di Macron. Già in precedenza si erano avuti malumori nella redazione di Repubblica, allorché il calo di vendite aveva portato a proteste e critiche verso Molinari già nel 2018 e nel 2019; a febbraio di quest’anno il direttore fece censurare all’ultimo minuto un’intervista al cantante Ghali, colpevole di «non aver condannato Hamas». (JC)

Le censure del Corriere della Sera non nascondono la cupa situazione dell’Ucraina: arriva un altro scandalo di corruzione a Kiev. Il Tazebao del giorno
Il Tazebao – Lontani sono i tempi dei presidi di Gioventù Nazionale in solidarietà con la Russia: dopo la Torre


