Pippo Zeffirelli: “Il Maestro, lucido e fervido fino alla fine. Il cinema? Cambiato radicalmente negli ultimi anni”
Il Maestro Franco Zeffirelli si è spento il 15 giugno 2019. Un lutto enorme per la città di Firenze e per tutto il mondo dell’Arte, orfano di uno dei protagonisti del Novecento. La pandemia e le restrizioni hanno bloccato, inoltre, come tutto il mondo della cultura, la Fondazione Zeffirelli, da anni attiva nei locali dell’ex Tribunale di Piazza San Firenze e impegnata nella tutela e nella promozione dello sconfinato patrimonio artistico del Maestro. La collezione ospita oltre 250 opere di Zeffirelli tra cui bozzetti di scena, disegni e figurini di costumi e ricostruisce un percorso artistico unico attraverso teatro di prosa, l’Opera in musica e il Cinema.
Per onorarne la memoria ma anche per offrire uno sguardo privilegiato sul mondo della cultura, oggi più che mai chiamato a ripensarsi, e del cinema, accogliamo Pippo Corsi Zeffirelli, figlio adottivo del Maestro e Presidente della Fondazione Zeffirelli.
“Nonostante i problemi fisici era rimasta la sua grande mente, sempre fervida e produttiva, è stato vigile e attento, creando e lavorando fino all’ultimo. La sua perdita è stata straziante! È difficile, quasi impossibile, pensare che non sia più tra di noi. La sua presenza era preziosa sia per tutti quelli che gli volevano bene che per tutto il mondo delle arti visive.
Zeffirelli è stato un creatore di grandi spettacoli e ha divulgato immagini di grande eleganza e armonia. Apprezzato per il suo lavoro a livello internazionale. Ha diffuso quelle che sono le nostre grandi tradizioni culturali italiane”.
Zeffirelli ha saputo trasferire il classico nella modernità e ha saputo anche, sulla scorta delle modificazioni profonde in seno alla Chiesa, rinnovare il messaggio della Fede, rendendolo ancora più universale. Oggi, alla luce di un Pontificato innovativo come quello di Francesco, si veda solo il viaggio in Iraq, i suoi film sono attuali come non mai.
“Zeffirelli è sempre stato un uomo di fede ma, come tutti noi, con molte contraddizioni. Credeva e ha applicato nella vita gli insegnamenti del cristianesimo. È stato un artista capriccioso, ma umanamente è sempre stato umile e con tutti generoso.
I suoi film “Fratello Sole, Sorella Luna” e “Gesù di Nazareth” hanno ricevuto moltissimi elogi anche da parte degli ambienti cattolici. In una lettera, facendo riferimento al film del “Gesù”, gli scrissero che aveva fatto più lui con quel film che il Vaticano stesso”.
Il primato del digitale ha invaso anche il campo del cinema. Le preferenze, le modalità, i tempi, le modalità di fruizione, il pubblico stesso sono cambiati. Lo dimostra una volta di più l’affermazione di Netflix, scombina tutto ciò che era cinema per noi.
“Negli ultimi vent’anni il cinema ha avuto una radicale trasformazione. Il cinema d’autore è praticamente scomparso. Il nostro cinema non esiste più perché abbiamo perso quella cultura da cui nasceva: dai grandi romanzi classici e dai grandi scrittori. I risultato di quella temperie culturale sono film che a distanza di molti anni si rivedono con lo stesso ardore e passione della prima volta e che non stancheranno mai.
Il cinema di oggi è stimolato dai grandi effetti speciali – spettacolari si! – ma spesso vuoti di contenuto, privi di umanità. Che messaggio lasciano nella nostra psiche? Che riflessioni stimolano in noi?
Proprio per questo penso che il cinema di oggi, a differenza di quello del passato, non lascerà grandi tracce. Per tornare al lavoro del Maestro ripenso al film “Callas Forever”, un bel film ben confezionato, ben recitato, con attori di primo calibro, ma non più in linea con i gusti del pubblico.
Sono fiducioso però: nella cultura i cicli di alto e basso ci sono sempre stati. Ci sarà un nuovo Rinascimento: del resto, le cose belle, per la maggior parte, proliferano nei momenti più bui della nostra storia”.
Nonostante le chiusure la Fondazione ha continuato a mantenere attivo e fruibile il patrimonio artistico di Zeffirelli. Ultimo evento, molto pregevole, quello dedicato a Dante in occasione del Dantedì.
“Non ci fermeremo a quello. Proseguiremo con altre iniziative nel segno di Zeffirelli: Shakespeare, Pirandello, gli autori e le opere con cui si è confrontato il genio di Zeffirelli.
Nonostante la chiusura, obbligata dalla pandemia, il nostro lavoro non è fermato e non si ferma. C’è tanto rammarico perché ci è saltata la pronazione anche internazionale. In compenso stiamo progettando una mostra in Oman per dicembre e ci facciamo un augurio di poter riprender presto le nostre attività”.
Il Maestro si è spento a 96 anni. Un suo ultimo ricordo?
“Me lo ricordo nel nostro giardino della casa di Roma dove trascorreva parecchie ore della sua giornata, amava i suoi cani e curava personalmente i fiori. Ultimamente, in un tiepido pomeriggio del mese di maggio, mi disse: guardati intorno, ammira tutta questa meraviglia, io, a breve, non avrò più la possibilità di godere di tutta questa bellezza”.
Ringraziamo sentitamente Pippo Zeffirelli per averci concesso questa intervista e speriamo quanto prima di poter tornare ad ammirare i frutti del genio del Maestro presso la Fondazione di Piazza San Firenze.
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