Nel caos romeno vince (al primo turno) Simion, ma non è Georgescu: “a scanso di equivoci” si parla comunque di interferenze russe. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Riaccesosi il caos romeno dopo le ultime sentenze – prima la Corte di appello di Ploiești che aveva sospeso l’annullamento delle elezioni e poi il rapidissimo intervento della Corte Costituzionale (il tutto mantenendo il divieto di candidatura per Călin Georgescu) –, è infine ripartito il processo elettorale: questa volta a sfidarsi sono stati George Simion (AUR) e Crin Antonescu (SPD). Un primo turno agilmente superato dal primo, col 40,96% delle preferenze contro il 20,99% del secondo. Finito, quest’ultimo, addirittura terzo, superato dall’attuale sindaco di Bucarest Nicuşor-Daniel Dan (USR, centro-destra), la sua sconfitta è una batosta storica per i socialdemocratici, che ne segna già da ora la fine definitiva del governo. È qui che si comincia a riparlare di “cyberattacchi russi”: la versione del giornalista Victor Ilie, ripreso da Digi24, è stata “ufficialmente confermata” dalle autorità, il che potrebbe potenzialmente preludere a un nuovo annullamento del voto. E questo nonostante Simion non sia Georgescu: pur se entrambi provenienti dalla destra, il primo è assai più moderato del secondo. Se Georgescu si poneva in antagonismo diretto con l’Unione Europea, Simion si limita a critiche più blande; egli infatti, contrariamente al precedente candidato, non ha mai parlato di uscire dalla UE ma solo del «malcontento» per le sue politiche. Sulla questione ucraina, Georgescu era più esplicitamente favorevole a una politica di buoni rapporti con la Russia di Putin, mentre Simion considera quest’ultimo un «criminale di guerra» e ha condannato l’operazione militare speciale, pur dicendosi contrario all’invio di armi a Kiev. Questi ritiene infatti Mosca «una delle più grandi minacce per gli Stati europei, in particolare per noi, i Paesi baltici e la Polonia». Di fatto, quindi, la candidatura di Simion può essere definita un “contentino” dato al popolo romeno dopo le manifestazioni e le rivolte di questi ultimi mesi; nulla è ancora detto: il secondo turno, dove si contrapporranno destra e centro-destra, si preannuncia combattuto e, soprattutto, foriero di ingerenze estere. (JC)

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