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Mentre si costruisce il nuovo mondo multipolare, l’Italia cola a picco. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Esistono, in filosofia come nelle scienze, due modi di approcciare i fenomeni dell’universo: la via induttiva e la via deduttiva. Si può partire dal particolare per giungere al generale, o viceversa. Nel nostro caso, gettando uno sguardo sulle cose del mondo e costatando il farsi quotidiano dell’ormai a tutti noto multipolarismo, non possiamo non notare lo stridente contrasto con la realtà italiana, evidentemente attaccata al gramsciano “vecchio che muore”: nella Campi Bisenzio a noi fiorentini così vicina, sono a rischio 30 posti su 130 a Lineapiù, principale marchio locale di maglieria, mentre nel tessile locale, da inizio anno, la produzione è calata del 9,8% e la percentuale di riduzione del personale dall’inizio del Covid tocca addirittura punte del 60%, sommandovisi anche i colpi ricevuti dal rincaro di energia e materie prime. Le condizioni generali italiane non sono migliori, tanto che perfino l’Anadolu, agenzia stampa nazionale turca, ha pubblicato, ieri, un articolo dedicato alla crisi nera del settore agricolo, in cui l’eccesso di pioggia (con buona pace dell'”emergenza siccità”: +234% a maggio rispetto alla media degli ultimi trent’anni, 321 mm contro 96) ha provocato inondazioni dei campi che ritarderanno di mesi la semina di mais, soia e riso, col rischio paventato dai contadini di perdere almeno la metà del raccolto di quest’anno, se non addirittura tutto. Con ovvie ripercussioni sulla fornitura, la varietà e la qualità degli alimenti nei nostri supermercati e nelle nostre cucine. (JC)

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