Lorenzo Somigli: “Donald Trump è amico dell’Italia? Sembra proprio di no! Ma possiamo rispondergli” – Sobcor 14.04.2025

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L’intervento del direttore de Il Tazebao al giornale russo Sobcor

Il TazebaoNon deve trarre in inganno la sospensione dei dazi. Qualche flebile rimbalzo della borsa non cancella l’obiettivo di fondo. Donald Trump, che sta commettendo atti di vero e proprio insider trading per arricchire i suoi oligarchi, intende mandare in archivio la globalizzazione, colpendo prima di tutto i concorrenti degli Stati Uniti, le potenze manifatturiere quali Germania, Italia (si stima che l’impatto sul PIL sarà di almeno mezzo punto percentuale in meno con i dazi), Turchia, Giappone, Corea del Sud, Vietnam. Questa è una guerra economica, perché il nemico colpisce prima la capacità produttiva, per poi passare alla mano pesante. La guerra economica precede lo scontro militare. E gli Stati Uniti identificano nell’Europa un nemico più che un partner.

Fortunatamente, il mondo è cambiato dal 1945 e gli States non valgono più metà del PIL mondiale. Nascono nuovi blocchi economici. Cina, Giappone e Corea del Sud hanno fatto un salto di qualità nelle relazioni e hanno scelto di aumentare la sinergia. La Russia si è ricreata uno spazio di cui è capofila, esteso alla Corea del Nord e con propaggini in Africa. L’Europa ha il vantaggio del mercato comune, ma è circondata da guerre e instabilità: sicuramente, la prima mossa, per spezzare l’effetto dei dazi, è quella di svalutare un po’ l’euro, potenziando i meccanismi di salvaguardia comune, come una banca centrale che faccia da “prestatore di ultima istanza”.

Sono stati giorni complessi questi ultimi, tra borsa in caduta libera e ordini sospesi per la minaccia dei dazi. Per esempio, secondo un report dell’associazione di categoria Confartigianato, che riunisce gli artigiani, una città come Firenze – si ricorderà il soggiorno del grande scrittore Dostoevskij – ha esportato verso gli States merci per un valore di 5,7 miliardi nel 2024. Allo stesso modo, gli italiani non si stanno facendo trovare impreparati. Si stanno moltiplicando le iniziative per la crescita di quote di export verso nuovi mercati a partire dall’area Brics. Secondo un sondaggio di Banca Intesa San Paolo, oltre il 40% degli intervistati sta lavorando ad aprirsi a nuovi mercati, mentre il 30% ha in mente di aprire una filiale negli States. Bisogna, inoltre, potenziare le relazioni bilaterali con Bielorussia e Iran, perché non tutto è sotto sanzioni Usa.

Prima o poi la guerra finirà. Europa e Russia sono geograficamente vicine e culturalmente affini. L’errore della guerra è un errore prima di tutto europeo: non aver visto in tempo il pericolo del nazionalismo ucraino e, soprattutto, non aver aiutato la Russia negli anni ’90 a riformarsi.

Gli uomini di buona volontà dovranno saper ricostruire quanto prima un canale di dialogo, propedeutico a una pace e a una cooperazione di cui c’è sempre più bisogno. Il nervosismo statunitense e l’inconsistenza della leadership ondivaga di Trump possono essere l’occasione per sganciarsi da una tutela americana sempre più nefasta e bellicosa.

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