Il Tazebao – Nell’ambiguo contesto di guerra o pace dinanzi a cui si trova l’Iran, con un Trump disponibile a trattare pur se con intervalli costituiti da minacce e pressioni e un Netanyahu che non rinuncia all’idea di effettuare bombardamenti strategici, seppur “limitati”, sulle strutture nucleari iraniane (notizia della Reuters), l’Iran sta procedendo a un costante rafforzamento dei suoi tradizionali legami diplomatici, soprattutto con Russia e Cina. Accade così che, due giorni dopo una significativa intervista rilasciata a RT dal ministro degli Esteri, Abbas Araghchi, il quale si è soffermato in dettaglio sulla necessità di questa mossa e su come si è estrinsecata (l’Iran si è infatti unito, si ricorderà, all’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai nel 2023 e ai BRICS l’anno dopo), arriva da Mosca la notizia della ratifica, da parte della Duma, del trattato di partenariato strategico globale firmato da Putin e Pezeshkian a gennaio. Esso prevede l’impegno a costruire relazioni più strette in molteplici cornici, dalla sicurezza nazionale all’uso pacifico dell’energia nucleare, passando per la resistenza congiunta alle sanzioni unilaterali. Il trattato si focalizza infatti sullo sviluppo coordinato di una serie di progetti di cooperazione economica e commerciale soprattutto nel settore dell’energia; un’importante differenza con quello siglato tra Russia e Corea del Nord ed entrato in vigore il 4 dicembre, però, risiede nel fatto che il trattato russo-iraniano non prevede l’intervento militare di una delle due parti in caso di aggressione contro l’altra, ma solo l’impegno a non unirsi all’aggressore e a sue eventuali coalizioni in caso di conflitto. Una mossa da alcuni interpretata come reticenza, da parte russa, a ipotizzare concretamente un sostegno in armi da parte di Mosca in caso di guerra aperta e totale tra Iran e Israele, ma che non pregiudica lo sviluppo dei rapporti col primo anche nell’ambito della sicurezza e della difesa: alcuni dei sistemi antiaerei in dotazione alla Repubblica Islamica, utilizzati per neutralizzare la rappresaglia israeliana del 26 ottobre 2024, sono infatti di fabbricazione russa e le furono consegnati poco prima dell’Operazione Promessa Veritiera 2, ovvero la risposta missilistica iraniana all’assassinio di Haniyeh, Nasrallah e Nilforoushan da parte di Tel Aviv. (JC)

“Dialogo interreligioso e solidarietà globale”. Così l’Iran ricorda Papa Francesco
Questo il messaggio del Dr. Mohammad Hossein Mokhtari, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede,