La velocità del caos: la Siria è la nuova Libia (in appena 10 giorni)

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Il TazebaoL’Occidente non ha fatto in tempo a iniziare la “ripulitura” della figura di al-Jolani e festeggiare la vittoria dei jihadisti, che sono già iniziati rastrellamenti ed esecuzioni pubbliche di alawiti ed ex generali dell’Esercito Arabo Siriano che non sono riusciti a raggiungere i loro commilitoni nella fuga in Iraq, specialmente a Latakia. Neanche il tempo di pubblicare interviste col capo delle milizie che proclamava che «la diversità è una forza» che la Moschea di Omayyadi è stata chiusa agli sciiti, o meglio, ai “Nusayri” (“apostati”), come vengono chiamati dai ribelli sventolanti bandiere dell’ISIS assieme a quelle della Siria colonia francese. Per non parlare della prevedibile profanazione della tomba di Hafez al-Assad. Questa è la realtà della “nuova Siria” dopo la fuga in Russia di Bashar, che ricorda molto la Libia del periodo 2012-2015. Solo che, se la vecchia Jamahiriya ci ha messo otto mesi per cadere dopo un decennio di abbassamento della guardia dovuto alla “reintegrazione nella comunità internazionale” a seguito della rimozione delle sanzioni da parte di UE e USA (1999), l’intero processo è stato compiuto allo stesso modo dalla Siria nel giro di dieci giorni. Altro segno dell’impressionante velocità con cui il mondo sta cambiando, della necessità di saper adattarsi ai cambiamenti pur senza rinunciare ai principi (Corea del Nord docet), di come ci sono decenni in cui non succede nulla e ci sono settimane in cui sembrano passati decenni. (JC)

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