Il Tazebao – Questa notte, dopo tre settimane di annunci e proclami, è arrivata la tanto attesa “risposta di Israele” alla rappresaglia iraniana del 1° ottobre a seguito dell’uccisione di Haniyeh, Nasrallah e Nilforoushan. Informando gli Stati Uniti appena prima del lancio dell’Operazione Giorni di Pentimento, Israele, a quanto riportato, avrebbe usato 100 aerei per attacchi limitati nelle province di Teheran, Khuzestan e Ilam diretti a infrastrutture e centri logistici e militari dell’Iran. I media iraniani (Tasnim e IRIB) e le indagini ufficiali finora condotte dai Pasdaran hanno concluso che, tranne la morte di due militari in azione (Hamzeh Jahandideh e Mahdi Shahrokhi, entrambi a Mahshahr, nel Khuzestan), solo pochi danni limitati sono stati inferti ai bersagli designati, né all’aeroporto di Teheran o ad altre strutture, annunciando una rappresaglia proporzionata. La stragrande maggioranza dei proiettili israeliani sarebbe dunque stata intercettata, ciò che comunque non ha impedito ai gruppi della Resistenza Islamica in Iraq di colpire la città di aeroportuale di Acre con un drone. Poche e generiche le informazioni da parte occidentale, spintasi al riciclo di immagini dei bombardamenti israeliani su Beirut o dell’incendio a una raffineria di Teheran nel 2021 spacciandole come “risultati degli attacchi sull’Iran”. Un’ulteriore dimostrazione del fallimento dell’operazione di Tel Aviv. (JC)
L’Occhio del Falco: che succede nell’apparato militare-industriale-digitale?
Il focus è sulla produzione di sistemi d’arma più agili e tecnologicamente avanzati: droni autonomi, strumenti per la guerra elettronica,