La Grande T e il Grande Parvus: “Aveva previsto il nostro presente. E il capitalismo politico”

Lenin nella serie tv inglese "Fall of Eagles" (1974)
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Caro Somigli,

Grazie della telefonata di ieri sera (11 dicembre, ndr) e dell’interessamento alle mie vicende personali (spero che oltre alle tribolazioni soggettive, se ne deduca anche uno o più spunti oggettivi delle relazioni nelle piccole comunità).

Mi hai chiesto di scrivere qualcosa su Parvus. Grazie della considerazione perché mi chiedi di scrivere su un personaggio chiave che ti sta a cuore: se dirò cose che già sai, ma sii lieto, e io ti sono grato, che un nino de rua come me sia stato elevato alla conoscenza di uno dei “misteri”.

I concetti cardinali nella mia testa della forza di Parvus sono:

  1. Unità europea nella visione dei macro-blocchi;
  2. Complementarietà Germania-Russia, per iniziare, nel vincolo del Socialismo;
  3. Mercantilismo strategico capitalista per finanziare il movimento socialista;

Ed i punti deboli:

  1. Parvus decise che il frontman non poteva essere lui poichè lui era il finanziatore che non sarebbe stato accettato dalle masse proletarie e operaie;
  2. Parvus era aggredibile per la sua natura multietnica in un contesto sociale di paura del diverso.

Per questo si espose alla damnatio memoriae, forma di ostracismo estrema di cui condivide l’onore con pochi, tra cui Eliogabalo. D’altronde i tempi gli imponevano questo profilo, il popolo avrebbe avuto un rigurgito fecale se al posto di Lenin fosse arrivato Parvus con il suo strascico di opulenza. Lenin e Co. colsero l’occasione per fotterlo: “in lacuna Parvus” hanno reindirizzato la rivoluzione russa dal socialismo al partito-Stato affermando che esso è il Comunismo.

Cosa farebbe Parvus oggi?

Si esporrebbe di più. Forse avrebbe una rete televisiva e una squadra di calcio, magari un partito e magari farebbe il presidente del consiglio: il tutto allo scopo di convincere il popolo che per essere socialisti e rivoluzionari bisogna diventare capitalisti. Oddio, forse capitalisti è troppo traumatico, allora era un ossimoro definirsi socialisti e capitalisti; oggi, inizierebbe, col senno di poi, a cercare una definizione intermedia, la ruberebbe a due italiani, gente saggia, socialisti liberali e poi, piano piano…

Indubbiamente i tempi odierni, in cui esistono due forme di capitalismo politico, quello statale cinese e quello dei grandi fondi di investimento, non sono dissimili dal futuro che Parvus preconizzava.

RT

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