Il Tazebao – Ai 2.700 lavoratori del settore moda in cassa integrazione, a causa della scarsità dei materiali per le lavorazioni, si aggiunge un +233% di richieste di CIG, informa Il Tirreno. Questo perché le piccolissime aziende, quelle da meno di 15 dipendenti in media, stanno giungendo al termine delle 26 settimane di cassa integrazione in deroga e in ragione di ciò stanno già preparando centinaia di licenziamenti che arriveranno nei prossimi giorni per l’area fiorentina, mentre nel pisano il processo si spalmerà su un paio di settimane. Non si hanno numeri esatti, precisa il segretario della Filctem, Loris Mainardi, perché le piccole imprese non sono tenute a fornire ai sindacati numeri esatti a tal riguardo, fatto sta che la problematica è riconosciuta e ammessa anche dal Presidente del Consorzio conciatori di Ponte a Egola, Michele Mattioli, il quale si spinge fino a sottolineare esplicitamente che non si tratta di una crisi ciclica ma di un ripensamento fondamentale di tutta la produzione: «Niente magazzino, come fatto finora, e produzione solo per le reali necessità. Viene a decadere il modello di produzione basato sul contoterzi, sviluppato oltre le necessità attuali, e il sistema crolla». I nodi vengono al pettine e la dismissione assume varie forme lasciando intatta la struttura di fondo. (JC)

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