Il Tazebao – Un comunicato stampa tranchant come nel suo stile, quello pubblicato oggi da Kim Yo Jong, vicedirettrice dipartimentale del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, relativamente alle dichiarazioni di propaganda, stavolta conciliatrice, provenienti da sud del 38° parallelo. Come già a giugno, quest’ultima ha diffuso notizie circa la rimozione “reciproca” degli altoparlanti di propaganda dal confine. Una mossa che, seppur apparentemente attuata davvero dalla Repubblica di Corea, lascia purtuttavia indifferenti i “non-compatrioti” del nord, i quali ribadiscono, analogamente a quanto già detto un paio di settimane fa, che non c’è alcun interesse da parte di costoro a ricucire col Sud e che la presenza o meno di quei dispositivi o il rinvio o la riduzione delle sue esercitazioni militari non hanno alcun impatto sulla determinazione della politica a nord. Non solo, prosegue Kim, non si sono mai rimossi gli altoparlanti a nord, ma non c’è nemmeno alcuna intenzione a farlo. Tanto più che tra quattro giorni partiranno le esercitazioni militari su larga scala Ulji Freedom Shield, che verranno condotte congiuntamente dai sudcoreani con gli Stati Uniti e faranno seguito alla Talisman Sabre, che si è svolta nel Pacifico Occidentale dal 4 al 12 agosto sotto la direzione di questi ultimi e ha visto coinvolti 40.000 soldati da 19 Paesi (tra cui Australia, Regno Unito e Giappone), 30 navi da guerra di varie dimensioni (ivi comprese le portaerei George Washington, Prince of Wales e Kaga rispettivamente da Washington, Londra e Tokyo) e 70 jet da combattimento. «Gli Stati Uniti e i loro alleati – conclude l’articolo in merito dell‘Agenzia Stampa Centrale di Corea – non dovrebbero sottovalutare la determinazione dei Paesi della regione nel proteggere la pace e la sicurezza locali, anche se ciò significasse far ricorso alla forza fisica». Un riferimento non solo a sé, ma anche alla Russia e soprattutto alla Cina: l’alleanza militare fra i tre Paesi è ormai rodata. (JC)

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