La Cina rafforza i controlli sulle esportazioni di minerali strategici: bloccati quelli rivolti al settore militare. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Iniziano a entrare nel vivo gli schieramenti per il sempre più prossimo scontro diretto. L’allarme lanciato dal ministro degli Esteri di Taiwan circa l’ennesima «invasione imminente» da parte della Cina è servito da pretesto per un ulteriore rafforzamento della presenza navale statunitense nell’Indo-Pacifico, con Gran Bretagna e Australia che annunciano un’intensificazione della collaborazione reciproca e, soprattutto la prima, «prontezza a qualsiasi scenario». Da parte sua, Pechino non solo ha respinto, come Russia, India e Brasile, gli ultimatum di Trump circa lo stop all’acquisto di petrolio russo, ma ha anche adottato le sue contromisure: dopo l’esercitazione anfibia del 24 luglio, è stato annunciato un potenziamento dei controlli sulle esportazioni dei minerali e uno stop totale alle vendite di quelli strategici, tra cui il samario, il cui prezzo è già aumentato di 60 volte. Se questa notizia, riportata dal Wall Street Journal, ha già gettato nel panico le industrie della difesa nel Nord America e in Europa, che si vedranno obbligate a cercare altre materie prime (tutte o quasi in mano alla Cina stessa…), sul Washington Post si ammette candidamente che «la guerra commerciale la sta vincendo la Cina»: a riprova di ciò si è fatto un paragone tra la crescita della Repubblica Popolare e quella degli Stati Uniti, dove il 5.3% della prima lascia decisamente indietro l’1.25% dei secondi. E con le pressioni di questi ultimi che hanno fatto allontanare Brasile e India, spingendoli a espandere i propri rapporti con altri Paesi, diciamo che il confronto mondiale non parte benissimo per l’Occidente. (JC)

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