Dopo la Festa del Têt nel gennaio scorso, abbiamo partecipato alle celebrazioni ufficiali per i 50 anni dalla caduta di Saigon.
Il Tazebao – Non è un caso che proprio da Milano, tra pochi mesi, partirà un volo diretto per la nazione dello “Zio Ho”. La vita del grande rivoluzionario – multas per gentes – lo portò, dopo i passaggi parigini e non solo, anche in Italia e precisamente nel capoluogo meneghino, dove – si dice – abbia anche lavorato come cuoco; del resto, Bepi del Giasso suonava le campane a San Lazzaro degli Armeni. I legami tra i due popoli, italiano e vietnamita, sono solidi e in crescita e sicuramente il Vietnam sarà un partner economico sempre più rilevante per un’Italia a rischio asfissia economica (al netto delle fanfare il 10% sulle merci resta e molti ordini sono da giorni bloccati).
I vietnamiti non dimenticano il sostegno italiano alla sua lotta per l’indipendenza, un sostegno culturale e concreto (celebre e giustamente celebrara la spedizione della nave “Australe” da Genova verso Haiphong), tanto da meritarsi una mostra all’Ambasciata della Repubblica socialista del Vietnam con anche manifesti e articoli dell’epoca. Campeggiano belle guerrigliere vietcong, le manifestazioni operaie – quelle sì oceaniche – per l’indipendenza del Vietnam, la determinazione di Ho Chi Minh sicuramente figlia del confucianesimo.
La capacità di Ho Chi Minh è stata proprio questa: costruire alleati anche nel campo occidentale, inserire la lotta vietnamita nel più ampio fronte anti-imperialista, spezzare dall’interno, facendone detonare le contraddizioni, il fronte bellicista degli Stati Uniti, mantenendo anche con loro un canale di dialogo con la Casa Bianca.

Un aiuto, quello italiano, particolarmente utile nella fase di consolidamento della neonata nazione, al quale è seguito un processo di profondo rinnovamento e riforma, il Đổi Mới, che ha portato il paese del Sud-Est asiatico ai successi di oggi. Nel 2024, solo per citare un parametro, il PIL ha superato le stime del governo attestandosi al 7%; non stupisce il rilevante viaggio di Xi Jinping al culmine delle tensioni commerciali, nell’ottica di mantenere un polmone economico (come dimostra l’avvicinamento a Corea del Sud e Giappone), e i tentativi di Trump di mantenere, al netto dei dazi, un canale di dialogo con Hanoi.
In appena 50 anni, conciliando modernità, giustizia sociale e tradizione, il Vietnam si è conquistato il suo spazio nel mondo.