La Turchia ha anche il suo nucleare: la centrale di Akkuyu ha ricevuto il primo carico di combustibile; a pieno regime, potrà arrivare a fornire il 10% dell’elettricità di cui ha bisogno il paese, senza dimenticare le ricadute benefiche per la ricerca e l’ambiente.
Il “secolo turco”, come lo definisce l’attuale presidente Erdoğan, non può prescindere dalla sicurezza energetica, conditio sine qua non per governare una popolazione numerosa e in crescita, come la sua industria, in parallelo a una nuova politica di potenza nel Mediterraneo allargato, certificata dall’essere diventata crocevia degli idrocarburi.
In questo disegno, che tiene insieme la geopolitica e una visione ordinata di società, in cui la religione ha chiaramente un ruolo non secondario e la Repubblica, che compie 100 anni una sua autorità, la centrale nucleare di Akkuyu è un tassello chiave. Sicurezza energetica ovvero stabilità sociale. In attesa di quelle che tutti definiscono “elezioni critiche”.
Sevgili genç kardeşim,
Dün ülkemizin 60 yıllık bir hayalini daha gerçeğe dönüştürmenin gururunu yaşadık. Akkuyu Nükleer Güç Santrali’ne nükleer yakıtı getirdik. Böylece santralimiz nükleer tesis hüviyeti kazandı.
Peki neden 60 yıl? Bunun hikâyesini anlatayım sizlere…
— Recep Tayyip Erdoğan (@RTErdogan) April 28, 2023