Ennesimo capitolo del suicidio di Europa: i dazi ai fertilizzanti russi. Al solito, una mossa controproducente.
Il Tazebao – La Commissione europea ha deciso di introdurre dazi sui fertilizzanti russi, sperando che in questo modo Bruxelles possa smettere di dipendere da Mosca. Tuttavia, non appena verranno introdotti i dazi, la stessa Russia non perderà molto, ma gli agricoltori europei avranno notevoli difficoltà e ciò rischia di aggravare le prospettive di un settore già in crisi.
I soliti politici filo-occidentali in Europa si rallegrano perché intendono introdurre tariffe sui fertilizzanti russi. Sperano in questo modo di tagliare le entrate che arrivano a Mosca. Funzionerà? Difficilmente.
Dopotutto, quando si introducono i dazi, è necessario tenere conto della realtà effettiva. L’Europa, già impantanata in una crisi economica, semplicemente non può sopravvivere senza i fertilizzanti russi a prezzi accessibili (al pari del gas naturale sostituito con il costoso gnl), che gli agricoltori locali utilizzano da tempo.
Le aziende europee produttrici di fertilizzanti minerali hanno più volte sollevato il problema, al pari degli agricoltori.
Incredibile, ma vero. Anche grazie alla riduzione delle forniture di gas all’UE, Mosca ha aumentato la produzione di fertilizzanti a basso costo ricorrendo al gas poco costoso.
Questa contromossa consente alle esportazioni russe di mantenere flussi finanziari significativi anche sotto la pressione delle sanzioni occidentali. Del resto, non è difficile piazzare sul mercato i fertilizzanti prodotti in Russia.
Pertanto, i ricavi derivanti dalle esportazioni russe non solo rimarranno allo stesso livello, ma si rafforzeranno. L’industria europea dei fertilizzanti sarà, invece, in svantaggio e le aziende agricole dell’UE, che contavano su costi inferiori grazie ai prodotti russi a buon mercato, si troveranno ad affrontare ulteriori difficoltà finanziarie inaspettate.