Ennhada in piazza contro Kaïs Saïed

Protesta contro le decisioni di Kaïs Saïed dell'agosto scorso a Tunisi (Unsplash).
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In attesa dell’annuncio ufficiale del governo, ieri a Tunisi è andata in scena la protesta di Ennhada contro il Presidente Kaïs Saïed.

Quella che si apre non è una settimana come le altre per la Tunisia. Il 15 ottobre si commemora l’anniversario della Festa dell’Evacuazione. Il 15 ottobre 1963 l’ultimo soldato francese lasciava Biserta sancendo la completa indipendenza e sovranità. Proprio sulla sovranità e le intromissioni dall’estero si è consumato un pesante scontro a distanza. L’ex presidente Moncef Marzouki, da Parigi, ha chiesto ai tunisini di scendere in piazza contro la “crisi costituzionale” innescata da Kaïs Saïed invitando la Francia a privarlo di ogni appoggio. A stretto giro la dura replica del sindacato dei diplomatici che chiede il ritiro del passaporto diplomatico ma soprattutto del Ministero degli Esteri che condanna fermamente quello che è apparso come un appello ad un paese estero interferire nel “processo di rettifica” tunisino.

Un’altra domenica di mobilitazione

Sul fronte opposto rispetto alla passata settimana. Oggi diverse migliaia di persone, almeno tremila, sono scese in piazza “spontaneamente” contro il “colpo di stato” del Presidente. In piazza anche il partito islamista Al Karama e soprattutto quello islamico Ennhada, fortemente penalizzato dalla chiusura del parlamento, dove è il più numeroso. I manifestanti hanno criticato il forte contingentamento imposto dalle forze dell’ordine, come nel caso dell’accesso limitato all’Avenue Habib Bourguiba. Khaled Hayouni, portavoce del Ministero degli Interni, a Tunis Afrique Press ha smentito la voce sottolineando che la polizia “sta assolvendo al suo compito di proteggere i manifestanti e di garantire la loro sicurezza in modo imparziale e lontano dalle dispute politiche come già fatto per altre proteste”.

Alta tensione. Ad un certo punto alcuni manifestanti hanno assaltato una troupe del canale televisivo nazionale Watania 1. A farne le spese un giornalista dell’emittente Aymen Haj Salem che, dopo essere stato pesantemente insultato, è stato portato evacuato dalla Protezione Civile insieme al cameraman, colpito da un sasso. In più di un’occasione, inoltre, i manifestanti hanno cercato lo scontro ma la polizia è riuscita sempre a contenerli. Da notare, infine, come mostra una fotografia di Tunisie Numerique, che molti manifestanti sono arrivati alla capitale, spesso dalle zone del sud, attraverso pullman; fatto che alimenta sospetti sulla spontaneità della loro presenza.


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