Il Tazebao – I primi Tazebao del giorno sulla Georgia, si sono focalizzati sulla domanda: ci sarà una nuova Maidan? Le immagini giunte ieri sera da Tbilisi ricordano molto i primi momenti delle proteste in Ucraina del novembre 2013, con gruppi di manifestanti che occuparono piazza Maidan con le bandiere dell’Unione Europea timorosi che la sola mancata ratifica dell’Accordo di associazione con Bruxelles avrebbe potuto, chissà, riportare l’Ucraina nei confini russi. E così è successo che ieri, ironicamente (visti i risultati di quei sommovimenti), davanti al palazzo del Parlamento, accanto alle bandiere della UE, si sono viste giustappunto anche quelle ucraine; la Presidente della Repubblica, Salome Zurabishvili, contravvenendo al suo ruolo istituzionale ha chiamato alle piazze, disconoscendo il 59% ottenuto dal partito di governo Sogno Georgiano, nonostante gli scrutini non siano ancora finiti al momento della stesura di queste righe e si parli già di riconteggio delle schede, mentre la TASS riporta di cecchini addestrati in Ucraina sarebbero presenti in Georgia per organizzare provocazioni. Gli Stati Uniti e altri 10 Paesi (Canada, Irlanda, Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia, Ucraina, Svezia e anche l’Italia, per bocca dell’eurodeputata del PD Lia Quartapelle) hanno dichiarato il loro non riconoscimento del risultato elettorale, mentre il presidente ungherese Viktor Orbán si è invece recato personalmente a Tbilisi per congratularsi col suo omologo Irakhli Kobakhidze e affrontando una contestazione di piazza. Non bastano, evidentemente, le rassicurazioni di quest’ultimo sulla volontà di “continuare il processo di integrazione della Georgia nell’Unione Europea” e “non ripristinare le relazioni diplomatiche con la Russia” a causa delle questioni pendenti con l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud. Washington ha già avvertito che le relazioni con essa subiranno una “revisione” se si ostina a “continuare sul suo attuale cammino”. Frattanto, un altro tentativo di attentato al presidente slovacco Robert Fico è stato stroncato sul nascere. È palese la volontà di aprire un altro fronte contro la Russia nel tentativo di distoglierne le forze dal Donbass, che vi avanzano a ritmo sempre più spedito (in tutti e tre i centri strategici di Selidovo, Toretsk e Kurakhovka i russi sono entrati e la prima è quasi completamente liberata. (JC)
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«Da secolare squallore a vita nuova restituito»*. Un nuovo salotto ad hoc donato da una borghesia con pretese aristocratiche –