Dazi, contro-dazi, super-dazi e fine della “globalizzazione”. È arrivata la risposta cinese. Il Tazebao del giorno

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Il Tazebao – Ben pochi nel mondo si stanno facendo intimidire dai ricatti e dalle insolenze del rieletto Presidente degli Stati Uniti. E se l’Europa si riarma, lo fa per esempio anche l’Iran, pronto a qualsiasi soluzione: aperto alle trattative, ma con le forze armate in stato di massima allerta. Non si è fatta attendere troppo la risposta cinese ai dazi americani, che più di tutti l’hanno colpita, anche più dell’Unione Europea. Ed è così che da Pechino arriva un sonoro 34% di contro-tariffe sulle importazioni di ogni merce americana a partire dal 10, ovverosia fra tre giorni, condannando l’iniziale provvedimento americano come una «soperchieria unilaterale» e facendo causa a Washington presso il WTO. Undici aziende americane sono state inoltre aggiunte alla lista cinese degli «enti inaffidabili» per via della loro cooperazione militare con Taiwan, e altre sedici imprese a stelle e strisce sono state fatte oggetto di nuove misure di controllo delle esportazioni onde monitorare il trasferimento di beni a duplice uso. Precaria la situazione anche in due Paesi particolarmente colpiti dai dazi: Corea del Sud e Regno Unito. Nella prima l’economia in declino accompagna una politica sempre più instabile, con nuove elezioni alle porte dopo la conferma ddell’impeachment all’ormai ex presidente Yoon Suk Yeol, che ne ha comportato l’immediata destituzione; dall’ufficio della presidenza britannica giunge invece l’annuncio della fine della globalizzazione e dell’inizio «di una nuova era». (JC)

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