Craxi 21 anni dopo, Filippo Panseca: “Bettino? Lui non c’è ma…lo sento ogni giorno”

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Le intuizioni sul digitale e sulla sostenibilità ma anche il rapporto professionale e umano con Bettino Craxi, Filippo Panseca si racconta al Tazebao.

Lo abbiamo contattato il 19 gennaio, il giorno dell’anniversario della scomparsa di Bettino Craxi, e lui ci ha detto, dal suo rifugio di Pantelleria, che un arcobaleno arrivava fino all’ultima patria del leader socialista. Filippo Panseca, artista totale e vero anticipatore di tendenze, è intervenuto a Il Tazebao.

Un innovatore sempre, Maestro. Le sue opere biodegradabili dimostrano una coscienza sostenibile ante-litteram? Forse avremmo dovuto seguire certe intuizioni…

“Che direi scientifiche… Nella realtà nulla si crea e nulla si distrugge ma le idee, le idee, i concetti possono vivere in eterno ed essere tramandati per contagio, orale, epistolare ed anche digitale. Sono le idee e le intuizioni che hanno generato la Società in cui viviamo, certo non tutte sono da condividere…”

Con la pandemia il digitale è penetrato ovunque rovesciando il modo di lavorare. Quando si dedicò al computer avrebbe mai immaginato che la realtà avrebbe superato l’immaginazione?

“La realtà è il futuro che giorno dopo giorno modifichiamo a seconda delle nostre esigenze, ma in tutti questi anni, secoli di trasformazioni, l’uomo ha dimenticato la cosa più importante che è quella di far parte della Natura, sia vegetale che animale, di cui si ò appropriato a suo piacimento, distruggendo foreste, animali, territori immensi trasformati, mari, laghi e riserve idriche inquinate da discariche ecosistema marino distrutto e come premio la Natura ci ha donato un bel virus sul quale al momento forse non abbiamo capito che dovremmo rivedere alcune cose sulla nostra vita e sul nostro modo di vivere. Il computer non è altro che uno strumento che può facilitare molte azioni accelerandole rendendole utilizzabili in tempo reale, ma l’importate non è averlo ma saperlo usare in modo da alleggerire il lavoro di tutti e non ad esempio sostituire il robot all’uomo e creare disoccupazione nel mondo”.

Quali prospettive vede? Ai nostri microfoni l’amica Stefania Craxi ha detto che le idee riformiste sono valide anche nel pieno della digitalizzazione…

“Le idee sono idee, anche la digitalizzazione nasce dalle idee e quindi certamente può anche contenere idee di qualsiasi tipo, scientifiche, artistiche e quant’altro, anche riformiste”.

Craxi 21 anni dopo, parla Stefania Craxi

Dove si sta concentrando adesso? Quali materiali o settori vorrebbe indagare? Sta ancora sperimentando?

“Nel 1970 negli USA ho avuto modo di incontrare dei giovani ricercatori che avevano inventato un enzima che inserito durante la lavorazione nella plastica, grazie all’azione dei raggi UV del sole se abbandonata all’aperto, si sarebbe distrutta in breve tempo concimando anche il suolo dove era stata deposta. Mi si accese una lampadina e decisi di progettare, tornato in Italia, un contenitore in plastica per le bevande, realizzato in plastica biodegradabile che se abbandonato all’esterno, anziché distruggersi in circa 100 anni si sarebbe distrutto in pochi mesi. Bussai alla porta di molte aziende con il prototipo in mano, trovai la Boario grazie al suo Amministratore Avv. Canonica che decise di adottarlo purtroppo senza successo, perché il politico di turno del Governo di allora, che riuscì a contattare alla nostra presentazione del progetto al Ministero si fece una risata e disse che sicuramente il prodotto era cancerogeno ed in Italia nessun prodotto sarebbe mai stato messo dentro la plastica. A nulla valsero le pubblicazioni scientifiche prodotte e la testimonianza delle bottiglie di birra che già negli USA avevano iniziato a produrre.

Decisi allora di dedicarmi a produrre, unico artista sulla terra, opere biodegradabili che sarebbero sparite in un tempo da me programmato che sarebbe partito dal momento in cui il proprietario avrebbe deciso di aprire l’involucro che conteneva l’opera e che in breve tempo sarebbe sparita per effetto della luce.

Un mio esperimento pubblico risale al 1981 presso il chiostro dell’Accademia di Brea a Milano, dove installa sulla mano del Napoleone di Canova una Vittoria alata, in plastica bianca biodegradabile che nello spazio di 30 giorni sparisce senza lasciare alcuna traccia di inquinamento ma profumando l’ambiente circostante.

Oggi la mia ricerca consiste in opere di pittura o scultura realizzate con l’uso di nanotecnologie che permettono di vivere in simbiosi con la natura bonificando l’ambiente circostante per effetto dei raggi UV solari attraverso una fotocatalisi abbatte sia all’esterno che all’interno, odori, polvere ed altro collaborando con la natura. Al momento non ho altri riscontri di altri Artisti che lo fanno e le mie proposte, ultima una Luna Artificiale Luminosa. Si trattava di una foto catalitica di 15 metri presentata lo scorso 2019 a Venezia nel Chiostro dell’Accademia di Belle Arti di Venezia in occasione della Biennale che bonificava l’ambiente come un bosco di 300 alberi di alto fusto.

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Anche questa è finita nel nulla, i critici d’arte ed i politici non si sono accorti di nulla, ed anche il Sindaco di Milano Sala al quale ho chiesto un incontro per installare un albero Bionico prototipo di tanti altri da inserire nelle città per aiutare gli alberi esistenti a bonificare l’ambiente, non mi ha mai voluto incontrare, la cosa strana che tutti politici in testa si riempiono la bocca parlando di ambiente ma se trovano pronto sul piatto un lavoro prodotto da anni di ricerca da uno come certificato da CNR e Ministeri dell’ambiento, lo ignorano”.

La sua è stata una vera e propria opera di restyling politico, dal garofano in poi. Le sue scenografie intuirono la rilevanza che stava prendendo la leadership nel sistema politico. Da dove ebbe quell’intuizione?

“Dall’attualità. Una volta i Congressi si tenevano in luoghi sconosciuti e noti solo agli addetti ai lavori e qualche foto finiva sui giornali, con l’avvento della televisione e dei computer c’era la possibilità, non solo di portare fuori dalla sala congressuale le immagini ma anche le parole ed in diretta, cosa che sfruttai trasformando grazie alle scenografie in grandi eventi che venivano seguiti dai teleschermi delle case come si può seguire un qualsiasi evento, aprendo una nuova finestra per esportare le proprie idee. Criticatissimo all’inizio il mio lavoro ma copiato in malo modo successivamente dagli altri partiti”.

Le è dispiaciuto non poter commemorare di persona Bettino Craxi?

“Di persona non c’è neppure lui ma mentalmente ci sentiamo ogni giorno. Io da Pantelleria, dalla finestre della mia Caserma Studio e Lui dalla Tunisia dove è sepolto, con appuntamento al tramonto del Sole”.

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