Il 3 gennaio del 1929 nasceva Sergio Leone. Per ricordare a dovere uno dei più grandi riprendiamo un contributo del nostro Willi Münzenberg.
«In seguito alla mostruosa apostasia detta “anglicanesimo” – ha scritto su Twitter – all’inglese è stata tolta per sempre la capacità di scrivere e raccontare. A spiegare ai coloni di oltreoceano chi fossero sarà dunque un napoletano di Irpinia, già studente dai Padri Lasalliani. A scuola ha per compagno il piccolo Ennio, cui poi farà comporre le musiche dei suoi film. A suo padre Vincenzo, al secolo Roberto Roberti, Mussolini chiede di fare un film del suo romanzo pubblicato a puntate nel 1910 sul quotidiano socialista Il Popolo. A insegnargli il cinema non è il ridicolo De Sica. Ma Carmine Gallone, fascista e socialista convinto, regista di Scipione l’Africano: esattamente ciò che non farà il traditore Mussolini non inviando i camion a Graziani in Africa. Gallone lo nomina suo assistente. Pagato. “Muoveva centinaia di comparse come fossero truppe, orchestrando con maestria la musica, il movimento delle masse e delle macchine. Mi ha insegnato tutto”. A 35 anni non ancora compiuti gira il suo primo capolavoro: “Sono nato con il neorealismo” – la cagata imposta alla povera Italia da Londra occupante dirà un anno prima di morire. “Ma ho sempre pensato che il cinema era la proposta del racconto del mito”. L’ultimo, che si fa finanziare dall’israeliano Milchan, apparentemente parla delle colonie di Londra. Ma in realtà parla dell’Italia socialista, che nel 1984 sta per morire. Il vero titolo dovrebbe essere “C’era una volta il mio cinema”. Inteso come: il mio Paese. Felice».