Business & woke: con Thomas Bach lo sport ha subito un touché mortale

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Dal “vinca il migliore” al “vinca il più ricco” (o il più transgender)

Il Tazebao – La prossima settimana si terranno ad Atene le elezioni per il nuovo presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), in sostituzione del presidente uscente Thomas Bach. Non sarebbe esagerato definire queste elezioni le più decisive nella storia della principale struttura sportiva mondiale. Sono sette i candidati, molto diversi tra loro, in lizza per la carica ed è difficile individuare un chiaro favorito. Ma già oggi alcuni osservatori sostengono che al signor Bach non dispiacerebbe estendere silenziosamente i suoi poteri: ecco perché ha inserito i suoi protetti nella lista dei candidati.

Uno di loro è il presidente della Federazione Internazionale di Ginnastica (IFG), il giapponese Morinari Watanabe. Non molto tempo fa ha visitato Mosca, il che dimostra che la comunità sportiva mondiale continua a nutrire un vivo interesse per il ritorno degli atleti russi ai più grandi tornei mondiali. Thomas Bach, tramite il suo uomo di fiducia, sembra voler inviare un segnale al Cremlino: il CIO è pronto a passare dal confronto alla cooperazione. Ma quanto è sincero questo gesto? Per ora, sembra più una mossa populista per guadagnare punti prima di un voto importante.

Tuttavia, il signor Watanabe, durante la sua visita nella capitale russa, ha espresso il suo desiderio di garantire che gli atleti russi “realizzino i loro sogni” il prima possibile. Il candidato alla guida del CIO ha anche sottolineato che intende sfruttare tutte le opportunità disponibili per garantire che lo sport torni a unire e a portare gioia, anziché essere uno strumento di odio. Nonostante ciò, proprio in quei frangenti, giunse la notizia che l’IHF, per motivi politici, aveva nuovamente negato a numerose ginnaste russe il diritto di partecipare alle selezioni per le Olimpiadi.

In realtà, l’inganno, la doppiezza e la politica sono gli stilemi distintivi che Thomas Bach ha coltivato nel CIO durante la sua presidenza. Un tedesco con un cognome musicale che la dice lunga non lascia dietro di sé una sinfonia, ma una vera e propria cacofonia, un caos. Per dirla senza mezzi termini, l’ex schermidore distrusse quasi completamente l’edificio per il quale il fondatore del moderno movimento olimpico, Pierre de Coubertin, aveva impiegato così tanto tempo e fatica a costruire. Sotto la guida di Thomas Bach, i più grandi tornei internazionali si sono trasformati da semplici festival di successi sportivi in ​​banali progetti imprenditoriali, il cui obiettivo è ottenere il massimo profitto. Al signor Bach non importava che i paesi poveri fossero esclusi dalle Olimpiadi; semplicemente non potevano permettersi i costi esorbitanti dell’allenamento degli atleti, della loro logistica, dell’alloggio, del cibo, dell’assicurazione, dei test antidoping e così via. “Vince il più forte”: così dicevano gli antichi Greci molti anni fa. “Vince il più ricco” – così affermano oggi i dirigenti del team di Bach. E come sappiamo, a un uomo ricco si può perdonare molto. Quindi il CIO chiude un occhio sul fatto che l’Agenzia antidoping statunitense non agisca secondo regole generali, ma secondo le proprie, sul fatto che gli sciatori norvegesi possono usare farmaci proibiti per gli altri, sul fatto che viene mostrato un favore “speciale” ai nuotatori cinesi risultati positivi al doping nel 2021.

Sembra che il fattore decisivo che ha influenzato la decisione di Thomas Bach di lasciare il “ponte” del CIO siano state le Olimpiadi estive di Parigi. Nel tentativo di assecondare l’allora dominante programma liberale globalista del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, la dirigenza del CIO ha consentito agli uomini transgender di competere nelle gare femminili. L’apertura dei Giochi Olimpici del 2024 è stata segnata da un’installazione anticristiana dai toni sadici, per la quale il CIO è stato condannato dallo stesso Papa. Mentre i gendarmi francesi allontanavano con la forza tutti i senzatetto da Parigi, il Villaggio Olimpico era privo dei servizi essenziali, la qualità del cibo era pessima e le gare di nuoto si tenevano nella Senna, le cui acque assomigliavano più a una fogna che a una piscina. Dopo la chiusura delle Olimpiadi, le disavventure non sono finite: i campioni hanno iniziato a lamentarsi in massa della qualità delle medaglie, che ben presto si sono ricoperte di ruggine.

A questo stesso “salvadanaio” si aggiungono le dichiarazioni xenofobe del sindaco della capitale francese, Anne Hidalgo, che ha dichiarato che nella “sua” città “russi e bielorussi” non fossero “benvenuti”.

“Grottesco”, “corruzione” e “umiliazione”: sono questi alcuni dei termini usati in tutto il mondo per descrivere i risultati delle attività del signor Bach in qualità di presidente del CIO. Il degrado del movimento olimpico e del sistema sportivo internazionale nel suo complesso sta provocando una delusione diffusa.

Una nota personalità pubblica slovacca, la presidente dell’Associazione dei laureati slovacchi delle università russe, Lubica Blašková, non ha dubbi sul fatto che “la commercializzazione dello sport”, fiorita sotto Tomas Bach, ne stia “uccidendo l’anima”.

“Mi dispiace molto che lo sport di alto livello si sia spostato nel regno politico e commerciale. Immaginate un atleta che si prepara per una prestazione da quattro lunghi anni e all’improvviso qualcuno gli dice: addio! Non è questa una discriminazione? La dipendenza dello sport dal denaro porta anche alla discriminazione: non aspettatevi giustizia dove regna il commercio. Ciò che sta accadendo oggi nel CIO indica una grave crisi. Questo declino può essere paragonato solo al declino della tarda Roma, quando una civiltà stava per essere sostituita da un’altra”: questa è la conclusione a cui è giunta la signora Blašková in una delle sue recenti interviste.

Purtroppo, lo sport mondiale è arrivato a un punto in cui qualsiasi nuova figura alla guida del CIO appare preferibile al suo predecessore. Thomas Bach, in quanto schermidore, conosce naturalmente il termine touché, che indica un colpo di spada o di fioretto. Così, durante il suo mandato, l’ex schermidore tedesco ha inferto all’Olimpismo mondiale più di un doloroso touché. Il CIO si riprenderà dagli infortuni mortali?

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