Boati marini, echi di guerra

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Il TazebaoUn boato. O forse no. Un terremoto? No di sicuro. Un “bolide”, termine tecnico per “piccolo meteorite”, che però nessuno ha veduto né rimirato. Che poi i bolidi non vanno di moda, oggi è tutto elettrico, finché San Gas ci dà la corrente. A cosa è dovuto quello strano botto all’Isola d’Elba, avvertito in tante zone della costa? ¿Quien sabe? La vera bomba della settimana è stata la morte del presidente di Fincantieri, cuore dell’apparato militare-industriale italiano. È stato trovato morto, per usare una celebre formula giornalistica. Di recente, Fincantieri aveva corroborato la collaborazione con la tedesca Thyssenkrupp per i sottomarini, indispensabili nella difesa soprattutto delle comunicazioni che scorrono sotto la superficie dell’acqua, ma c’era una partita anche per il nuovo carro armato italiano, vista la ritrovata rilevanza del carro armato in ogni scenario bellico. Mentre il mondo va a marce forzate verso la guerra, sotto un cielo – dicunt – di “sabbia del Sahara” si sono consumate le battute finali del ballottaggio per la città-merce tra Sara Funaro, di professione psicologa (già assessore), ed Eike Schmidt, di professione storico dell’arte (già direttore degli Uffizi). Essendoci, da un lato, una chiara promessa di continuità, anzi di accelerazione verso una città che non è Firenze, l’invito è di vagliare bene la seconda opzione, fermo restando che un sindaco nuovo, voglia essere quest’ultimo un borgomastro o fare come il podestà allogeno della gloriosa Età comunale, dovrebbe ribaltare completamente, con mani libere, gli indirizzi strategici della città. Per tornare a vivere e ad abitare. Casa, lavoro, salute: altrimenti son chiacchiere. Nel frattempo, il mondo va verso una più serrata composizione a blocchi, più stagni e non comunicanti se non al loro interno. Serve una politica all’altezza. Come fare benzina sintetica? Come dar da mangiare alla popolazione?

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