Il Tazebao – Non accenna, per ora, a stabilizzarsi il conteggio delle vittime dell’attacco terroristico di ieri a Beirut e in altre zone del Libano: per il momento si parla di 4.000 feriti (tra cui l’ambasciatore iraniano, gravemente colpito agli occhi, e due sue guardie del corpo) e 11 morti, tra cui due bambini e una ragazza. Alle 13 giungerà un ulteriore aggiornamento, mentre domani alle 16:00 italiane parlerà il Segretario Generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah. La tragedia è stata infatti provocata dall’innesco dell’esplosione di vari dispositivi cercapersone in dotazione ai militanti di Hezbollah e di marca Apollo AR-924 (prodotti in Europa dalla Golden Apollo, taiwanese). Per il momento la formazione paramilitare libanese ha annunciato che continuerà le sue operazioni nel sud del Libano, in corso dall’8 ottobre scorso, separatamente da un’operazione specifica di rappresaglia che «arriverà, a prescindere che il nemico se l’aspetti o no». Iran e Iraq hanno inviato aiuti consistenti in una delegazione della Mezzaluna Rossa di 12 medici, infermieri e paramedici da parte iraniana e 20 medici e operatori sanitari, con più di 15 tonnellate di aiuti, da parte irachena. In questi avvenimenti la mano israeliana è più evidente, come ammesso tra le righe da Topaz Luk, ex alto funzionario e portavoce di Netanyahu, su X, in un post poi rimosso. Si ipotizza che il Mossad si sia infiltrato nella catena di consegna dei cercapersone per installare il detonatore che ha portato alla strage. (JC)
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