Anche nella cybersicurezza è corsa al riarmo (ma non nella Ue). Sbagliane una, Falco!

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Il Tazebao – Un’altra settimana si conclude in un clima che lascia intuire un imminente riscaldamento globale, non si parla di temperature ma delle dinamiche da nuova guerra fredda che stanno ridisegnando gli equilibri globali. Le tradizionali alleanze, per lo meno quelle più esplicite, si sgretolano, mentre emergono nuove geometrie del potere.

Il dado è tratto a Washington, dove l’amministrazione Trump abbandona ogni ambiguità sulla sua visione del mondo post-atlantico. Il controverso discorso di J.D. Vance a Monaco, con il suo esplicito parallelismo tra l’Europa attuale e l’Unione Sovietica, non è una semplice provocazione ma il manifesto di una nuova era. L’America volta le spalle all’Europa per concentrarsi sulla sfida cinese nell’Indo-Pacifico. In questo scenario di disgregazione delle vecchie certezze, lo scandalo Paragon in Italia assume i contorni di una perfetta metafora della confusione europea. Una società israeliana che si presenta come “etica” nel mercato degli spyware – un ossimoro che racconta molto del nostro tempo – finisce per impantanarsi in un intrigo all’italiana dove nessuno sa (o vuole ammettere) chi abbia spiato chi. Sette utenze italiane nel mirino, e un balletto istituzionale che ricorda i tempi della prima guerra fredda.

Ma è forse dal Giappone che arriva il segnale più significativo di come sta cambiando il mondo. Una nuova misura, l’Active Cyber Defense Bill rappresenta un mutamento di paradigma sulla sicurezza informatica: è la definitiva presa di coscienza che nel XXI secolo la sovranità passa attraverso il controllo degli spazi digitali. Tokyo, dopo decenni di pacifismo costituzionale, si dota di strumenti offensivi nel dominio cyber, sdogana il cyberattacco preventivo come strategia, con una non velata minaccia a Pechino.

La settimana si chiude così, con un’Europa sempre più sola, stretta tra un’America che guarda ad Est e una Russia che avanza ad Ovest. Mentre Macron sogna una difesa europea autonoma e Scholz si trincera a Berlino dalle provocazioni di Vance, il vecchio continente scopre di non avere né gli strumenti tecnologici né la coesione politica per difendere la propria sovranità. Da un lato lo spyware Graphite che spia gli italiani, dall’altro i giapponesi che – non proprio a caso – annunciano una legislazione aggressiva e sburocratizzata per la cybersicurezza, ci consegnano insieme la parola d’ordine per leggere il mondo che si sta svelando: paranoia.

Fintanto che un assestamento della situazione non sarà chiaro, in primo luogo a quelle classi dirigenti che, orfane di un egemone, si trovano in paralisi, l’unica misura valida è quella di salvaguardarsi, non è del tutto certo chi sarà leale a chi.

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