Il Tazebao – Se in Africa la politica francese ha subito un rovescio dopo l’altro negli ultimi tre anni (anche se non è da escludere che sia la Francia che gli Stati Uniti accettino di ritirare le rispettive truppe da vari Stati per concentrarle sulla Libia, vero ago della bilancia della politica africana dell’Occidente), in Oceania non va meglio: il 15, Macron ha dichiarato lo stato di emergenza nella collettività d’oltremare della Nuova Caledonia, ove sono scoppiate violente rivolte a seguito della feroce repressione di una manifestazione pacifica per l’indipendenza dell’arcipelago: in quel contesto, i coloni francesi hanno scatenato pogrom contro i locali kanaki, che hanno portato all’incendio di negozi, farmacie, distributori di benzina e automobili. Centinaia i feriti, tra cui decine di poliziotti, e tra i quattro i morti si registra un gendarme ventiduenne. L’invio delle truppe francesi si accompagna inoltre a un blocco dei social media e in particolare di TikTok, onde evitare che fuoriescano informazioni, e all’accusa da parte di Parigi circa un presunto coinvolgimento di Russia e Azerbaigian nelle proteste. La colonia della Nuova Caledonia, infatti, è ricca di materie prime e il movimento indipendentista punta alla sovranità del Paese mediante l’attività mineraria. (JC)
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