Il Tazebao – Mentre in Occidente, coi pochi soldi che restano, ci si preoccupa di passare indenni il Natale anziché festeggiarlo degnamente come usava in tempi migliori, la cronaca di questi due giorni non può “ovviamente” riportare le immagini dell’atmosfera e delle decorazioni natalizie a Teheran (dove vive una folta comunità cristiana armena) o gli addobbi e i festeggiamenti nella rinata Mariupol; non è però riuscita a passare sotto silenzio quanto accaduto a Suqaylabiyah, in Siria, dove si respira tutt’altra aria: un gruppo di jihadisti ha dato alle fiamme l’enorme albero di Natale eretto solo pochi giorni fa come strumento propagandistico del nuovo regime in Siria per dare a credere una politica di “tolleranza e inclusione” al pubblico occidentale. L’incidente ha ovviamente causato le forti proteste della maggioritaria comunità cristiana locale. La badessa Agnes Mariam de la Croix, madre superiora del Monastero di San Giacomo il Mutilato in Siria, ha rincarato la dose e rivelato, in un’intervista a RT, che essa è stata vittima di parecchi episodi di discriminazione e insulto ai simboli cristiani e, cosa ancor più grave, non può fare affidamento sulla protezione dell’Europa e dell’Occidente semplicemente perché non vi è mai stata. Anzi, ha proseguito, i politici occidentali «non sono stati molto contenti» quando ha sollevato la questione. Molta è quindi l’incertezza, derivata soprattutto dall’inesperienza di tali atti ostili dal momento che sotto Assad a tutte le confessioni religiose veniva concesso di praticare apertamente la propria fede. Sul versante occidentale, piuttosto, cade un’altra maschera: il “non interventista e isolazionista” Trump vuol regalarsi il canale di Panama e la Groenlandia, suscitando le proteste dell’omonima capitale e di Copenaghen rispettivamente, dopo aver anticipato che farà investire il 5% della difesa di ogni singolo Paese NATO per l’alleanza atlantica ed essersi mostrato possibilista sulla prosecuzione degli aiuti all’Ucraina. Si prospettano una fine 2024 e soprattutto un 2025 di grandi rese dei conti.
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