Fiamma Nirenstein: “Dopo Accordi di Abramo, gli Usa hanno lasciato un vuoto in cui si sono inseriti Cina, Russia e Iran”.
FIRENZE, 21 GIU. – È ancora fondamentale guardare agli Stati Uniti ma anche dare un giudizio rigoroso sulla politica estera statunitense con particolare riferimento al Mediterraneo allargato.
“La democrazia è da sempre conflitto, manca oggi la capacità, tutta politica, di mediare il conflitto, negli Stati Uniti e in tutte le democrazie occidentali”. Lo ha detto ieri Nicola Carnovale, segretario della Fondazione Craxi ETS, intervenendo alla presentazione al Conventino di Firenze di “Destino americano. Polarizzazione interna e proiezione globale”, nuovo numero della rivista leSfide – non c’è futuro senza memoria, condotta da Lorenzo Somigli, in collaborazione con ARS (Archivio Riformisti Socialisti).
Leonardo Tirabassi, giornalista e autore de “La nuova guerra mondiale: dall’Afghanistan all’Ucraina”, ha posto la necessità di trovare un nuovo ordine mondiale che “riconosca l’inevitabilità del conflitto” e possa regolare “il conflitto tra gli stati, che è in aumento, sull’esempio della Pace di Vestfalia” impedendo il “debordare del conflitto bellico”.
Fiamma Nirenstein, Senior Fellow del Jerusalem Center for Public Affairs, si è concentrata sul quadrante mediorientale dove fino a oggi gli USA hanno garantito sicurezza e “dove oggi sono presenti Iran, con i proxy come Hezbollah, Russia, con il suo pupillo Assad, e Cina, che ha mediato gli accordi Iran-Arabia Saudita” e che ora “è nel Golfo, da cui passa larga parte del greggio mondiale”. Il recente summit di Jeddah della Lega Araba ha registrato “una doppia presenza stupefacente, di Zelensky e Assad, insieme”. Secondo l’ex parlamentare, ciò risponde a una logica: “Da una parte è una dimostrazione di fedeltà agli Stati Uniti, che hanno garantito fino ad oggi la sicurezza della regione, dall’altra è un ammiccamento alla Russia, tramite la riabilitazione del suo pupillo nonostante costui sia colpevole di decine di migliaia di morti e abbia usato le armi chimiche contro il suo popolo”. Nirenstein ha evidenziato le difficoltà degli Stati Uniti a partire dall’esercito “a cui mancano 18mila persone” e dalla “radicalizzazione interna”.
“C’è stato un errore nella politica americana – ha concluso l’analista geopolitico Gianni Bonini – ovvero l’aver creato un vuoto nel Mediterraneo con le primavere arabe. Gli Accordi di Abramo hanno cambiato la storia, rompendo il vecchio schema della contrapposizione paesi arabi-Israele. Com’è possibile tornare indietro su questa scelta in così pochi anni? Ciò apre un interrogativo sulla politica americana e sulla cultura del suo deep state”.