Il Tazebao – I cavalli di battaglia di Trump e dei suoi seguaci dentro e fuori gli Stati Uniti sembrano venir abbattuti ogni giorno dagli sviluppi degli eventi reali e dalla natura stessa, si direbbe con Lenin, dell’imperialismo. Il loro asso nella manica, ovverosia la pretesa di risolvere il conflitto ucraino (che fosse in 24 ore, in sei mesi o entro Pasqua), vede un continuo ridimensionamento di cui sono ultima occasione le dichiarazioni dell’inquilino della Casa Bianca circa la sua «delusione da entrambe le parti», secondo quanto affermato dalla portavoce della Casa Bianca, Caroline Leavitt. Mosca gli ha infatti presentato un memorandum sulle violazioni della moratoria sui bombardamenti alle infrastrutture energetiche da parte dell’Ucraina (in cui rientra la stazione di misurazione del gas di Sudzha, principale struttura fornitrice del gas russo all’Europa) e già si ventila, al Cremlino, di ritirarsi da questo accordo, che nelle parole di chi ha creduto al tycoon avrebbero dovuto essere il primo passo verso la pace totale. E mentre continuano, sporadicamente, gli attacchi sullo Yemen controllato da Ansarallah, proseguono le sue minacce scritte e verbali all’indirizzo dell’Iran, qualora si rifiutasse di tornare unilateralmente nel defunto accordo sul nucleare (JCPOA). Peraltro, nelle scorse ore, il Canale 14 israeliano ha annunciato che «presto inizierà un attacco su larga scala all’Iran, un assalto senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale», mentre il governo ha diramato avvisi di viaggio a tutti gli israeliani in procinto di recarsi all’estero, l’aeronautica ha annunciato restrizioni per l’uscita dalle basi aeree e a nessuno è stato permesso di uscirne. Ancor più a oriente, gli americani stanno continuando a riarmare il Giappone, nonostante i timori e le resistenze di quest’ultimo relativamente ai dazi (pronti all’imposizione letteralmente a tutto il mondo): di recente Washington e Tokyo hanno firmato un accordo per la co-produzione del missile aria-aria di ultima generazione AIM-120 (oltre 160 km di gittata), in una mossa evidentemente diretta contro Corea del Nord e Cina. Quest’ultima, tra l’altro, ha iniziato un nuovo round di esercitazioni nello Stretto di Taiwan, dando ancor più a intendere dove si sposterà lo scontro nel breve termine. (JC)

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