Ucraina fuori dalla NATO ma armata. Zelensky riesce a non irritare Trump, Putin apre alla “pace” ma nel rispetto della “realtà sul campo”. Il Tazebao post Anchorage

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Il Tazebao – Il vertice di Anchorage fra Trump e Putin ha avuto degli strascichi, sia pur maggiormente mediatici che pratici. Da parte europea le pressioni esercitate a più riprese sul presidente statunitense affinché fosse presente anche Volodymyr Zelensky hanno fatto sì che a quest’ultimo fosse concessa udienza in presenza di alcuni capi di Stato europei, tra cui Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Keir Starmer e Giorgia Meloni, che lo hanno debitamente istruito su come comportarsi di fronte a Trump onde evitare la ripetizione di scenari come quello di fine febbraio. Nonostante, quindi, gli 11 ringraziamenti in 5 minuti dell’ex presidente ucraino, che non gli sono valsi nemmeno un’accoglienza tanto calorosa, Trump ha confermato la linea espressa a colloquio con Putin: l’Ucraina non entrerà mai nella NATO, anche se proseguiranno le forniture di armamenti che resteranno tuttavia a carico di quest’ultima, e perfino una presa di posizione sul fatto che il presidente russo desidera sinceramente la fine della guerra. L’Unione Europea, da parte sua, resta anch’essa sulle proprie posizioni e ribadisce la sua volontà di sostenere Kiev, seppure la Gran Bretagna abbia ammesso essa stessa il fallimento del tentativo della “coalizione dei volenterosi” perché «nessuno vuole andare a combattere». Stesse condizioni permangono anche da Mosca: denazificazione, smilitarizzazione e neutralità dell’Ucraina insieme al «riconoscimento della realtà sul campo», ovverosia del passaggio delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk (quest’ultima già completamente liberata il 30 giugno, seppur non tutti abbiano confermato l’annuncio del suo governatore) e delle regioni di Zaporozhie e Kherson alla Russia con ritiro delle truppe ucraine da tutti i territori che ancora controllano. La difficoltà di muovere questo passo si è sublimata nel valzer di dichiarazioni a proposito di «scambi territoriali» che dal Cremlino nessuno ha per il momento confermato o smentito e che, fino a maggior chiarezza (un nuovo vertice è previsto per venerdì, stavolta trilaterale tra Putin, Trump e Zelensky), rimangono speculazioni giornalistiche. (JC)

(In copertina Unsplash)

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