Il Tazebao – Il viaggio recentemente intrapreso dall’ex presidentessa Tsai Ing-wen in Giappone ha destato l’allarme di Pechino, che, non credendo alle motivazioni ufficialmente “turistiche”, ha denunciato le manovre diplomatiche dell’ex Formosa volte a far campagna per nuovi rapporti e riconoscimenti in vista di uno scontro che a Taipei sentono sempre più prossimo. È così che, dopo l’annunciato rinnovamento della sede della sua rappresentanza commerciale a Roma, la tappa nipponica di Tsai viene vista come l’ennesimo tassello di una ricerca più approfondita di sostegno internazionale per la piattaforma dell’indipendenza di Taiwan, sulla quale la Cina esorta alla cautela soprattutto Tokyo, per «le responsabilità storiche» che ancora porta relativamente alla questione. Tra l’ottobre del 2024 e il maggio di quest’anno, l’ex presidentessa si è recata peraltro anche in Repubblica Ceca, Francia, Belgio, Lituania, Danimarca e Regno Unito, pur essendo Taiwan riconosciuta ad oggi solo da Vaticano, eSwatini, Isole Marshall, Palau, Tuvalu, Belize, Guatemala, Haiti, Saint Kitts e Nevis, Saint Vincent e Grenadine, Santa Lucia e Paraguay, ma possedendo rappresentanze commerciali negli Stati Uniti e in Canada, Regno Unito, India, Pakistan e appunto Giappone. Tutti costoro aderiscono tuttavia, con varie sfumature, al Principio dell’Unica Cina, della quale è Pechino la legittima rappresentante. Difficile che questo basti, però, per evitare i crescenti pericoli di uno scontro con quest’ultima, favoriti da un’amministrazione Trump tutt’altro che intenzionata a rinunciare ai molteplici scenari di guerra che sta presentando al mondo. (JC)

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