Mi accoglie la notte e una luna piena. I mille occhi della città sorridono passando dal ponte ‘Martiri del 15 luglio’ sul Bosforo. Le donne turche mi confondono: una col velo, l’altra con la coda; sembra la serie Ethos. Il cambiavalute ha un grosso anello dorato e chiede di un comandante curdo, di cui non si hanno più notizie. Il raki non manca mai dal padrone di casa che si concedeva in lunghi abbracci; passano sempre personaggi nuovi: quella dell’Est, un macedone, una parente da cui si congedava con alcuni non detti. Un cuoco mima l’aquila perché tifa Besiktas, anima popolare della città. Agli incroci senti la forza dei numeri. Alla lokantasi razione proteica-rinforzata. Il sartino ha un negozio stretto, le stoffe scure affastellate, sugli scaffali, immancabile, la foto di Mustafa Kemal.
5 agosto – Il Presidente
In città campeggiano molti manifesti del riconfermato Presidente Erdoğan. Tra questi, alcuni raccontano i successi ottenuti nella modernizzazione infrastrutturale del territorio, grazie a ponti, canali e aeroporti. È questa l’immagine della Turchia che ha voluto dare durante le elezioni. Quest’ultimo, fotografato a Galata, è traducibile così: “L’uomo giusto al momento giusto”.
5 agosto – I primi 100
Nella megalopoli sul Bosforo, ci sono molti anche riferimenti ai 100 anni della Repubblica. L’anniversario sarà il prossimo 29 ottobre. Per esempio, la banca Yapı Kredi celebra così il “Primo anno” con la personificazione della Repubblica.
4 agosto – Dentro Galata
In questa data in cui la mente va al Libano, mi dedico a diversi incontri in quel di Pera-Galata. Esce qualcosa dalla Turchia per Il Sussidiario e un’intervista per Modern Diplomacy. Campeggiano le bandiere del Galatasaray che ha vinto il ventrireesimo titolo. Dopo tutto, si finisce a bere vista Corno d’Oro.
4 agosto – Il lungomare
Fondamentale prendere il sole con i Fratelli Turchi sugli scogli del Mar di Marmara. Qualcuno finge di pescare, qualcuno azzarda il tuffo, i più mangiano e bevono. Un eroe ha montato una tenda.
3 agosto – Moschee-postaggio
Non potendo rappresentare il divino, hanno escogitato sofisticate alternative, raggiungendo un livello di pienezza, dettaglio e precisione incredibile. Il Museo di arte Islamica e Turca ne dà un grande campionario, al pari delle moschee.
2 agosto – Istanbul Modern Museum/2
“Toprak Adam” di Neşet Günal ovvero “L’uomo della terra”, il contadino anatolico coriaceo, asciutto, roso dal sole e dalla fatica, rappresenta una faccia, sicuramente predominante fino a oggi, della Turchia. L’impetuoso sviluppo manifatturiero promette la crescita e la stabilizzazione di una media borghesia che avrà bisogno di nuove immagini e rappresentazioni.
Nella stessa stanza ci sono altri quadri, uno rappresenta le contadine, l’altro i minatori delle regioni del Mar Nero.
2 agosto – Istanbul Modern Museum/1
Oggi all’Istanbul Modern Museum a Galataport. Lo avevo visitato nella sede provvisoria di Beyoğlu, lo visito di nuovo nella nuova concepita da Renzo Piano. È una struttura leggera e ariosa, che rende giustizia a una posizione felice: connette gli agglomerati urbani affastellati e densi di Beyoğlu, scandito dai pinnacoli delle moschee, con gli spazi marini. Nelle stanze si sente la voce dei gabbiani.
1° agosto – A lume di notte
Ci devo tornare per forza, anche se è tardi. Di notte, si fa quasi maliziosa la moschea di Solimano. Provo a riprenderla così, quasi “a lume di notte”.
PS: di lato c’è un ristorante. Serve riso e fagioli piccanti, che ho soprannominano “fagiuoli magici”.